“Le riserve naturali siciliane gestite dalle associazioni ambientaliste potrebbero essere sull’orlo della chiusura. A rischio di abbandono aree di notevole interesse naturalistico e l’occupazione di 90 dipendenti qualificati”.

A lanciarne l’allarme è Mimma Calabrò Segretario Generale Fisascat Cisl Regionale Sicilia che, inoltre, afferma “Le associazioni ambientaliste Legambiente, Wwf, Cai, Italia Nostra, Lipu, Gre, Rangers Italia, ed il Cutgana (Università di Catania) gestiscono per conto della Regione Siciliana 27 riserve naturali, tra le quali Lampedusa – Saline di Trapani e Priolo – sono tra le più interessanti e peculiari da un punto di vista ambientale nel panorama siciliano. Non possiamo permettere che vengano vanificati gli importantissimi risultati raggiunti, anche in termini di presidi di legalità, in questi anni nell’ambito della conservazione, tutela e recupero ambientale oltre che nella divulgazione e nella promozione di una fruizione compatibile anche in termini di capacità di offerta turistica e di immagine per la regione siciliana.

Oggi, tuttavia, questa esperienza di buone pratiche nella gestione delle bellezze naturali siciliane, riconosciuta sia a livello nazionale che a livello internazionale, rischia di concludersi definitivamente se venisse confermata l’attuale previsione di legge finanziaria in discussione in questi giorni all’Assemblea Regionale Siciliana.

I numeri infatti parlano chiaro e, allo stato attuale della proposta in discussione, raccontano di una drastica ed immotivata riduzione di oltre il 55% proprio nel capitolo destinato alla gestione ed al trattamento del personale delle riserve naturali affidate alle Associazioni Ambientaliste ed al Cutgana, malgrado le garanzie ricevute dagli stessi Enti gestori in sede di audizione avvenuta il 27 gennaio scorso in IV Commissione Ambiente e Territorio dell’Assemblea Regionale Siciliana che ha manifestato la forte volontà di voler continuare questa esperienza gestionale.

Se la politica non sarà in grado di garantire nella legge finanziaria 2016 la copertura degli importi fissati dalla convenzioni di affidamento alle associazioni ambientaliste delle riserve naturali – continua Mimma Calabrò – le conseguenze sarebbero gravissime ed inaccettabili con il licenziamento di circa 90 operatori qualificati, la dismissione di presidi sul territorio – incredibilmente proprio nel momento in cui sembrerebbe ci si appresti ad attivare i servizi a pagamento – l’abbandono di importanti aree di interesse naturalistico. Auspichiamo quindi che vengano rispettati gli impegni assunti in sede politica con il conseguente ripristino della copertura finanziaria del capitolo destinato a questo importante settore nella gestione delle natura in Sicilia”.

Articoli correlati