Giorno storico per la tecnologia. Più in generale per la navigazione sul web. Oggi, 15 giugno, infatti, Internet Explorer va in pensione dopo quasi 27 anni di servizio. Microsoft sostanzialmente ha staccato la spina e non supporterà più il browser entrato in servizio nel lontano 16 agosto 1995.
Internet Explorer non avrà più aggiornamenti
Da oggi, quindi, niente più aggiornamenti software per l’ultimo “papà” dei browser moderni (assieme a Netscape Navigator, il primo browser grafico di successo, nato nel 1994), programmi che hanno permesso alla stragrande maggioranza delle persone di poter navigare in rete con semplicità ed intuitività.
Poche le eccezioni
Pochissime le eccezioni che confermano la regola. Il supporto per Internet Explorer continuerà solo in versioni di nicchia come quella per Windows 7 (supportato solo da utenti che hanno acquistato il pacchetto specifico), Windows 8.1, le versioni Long Term Support Branch di Windows 10, 2015, 2016 e 2019. Le diverse edizioni Windows Server e Windows Embedded.
Windows 8.1 ha ormai pochissimi utenti, praticamente insignificanti in termini di mercato, e Windows 11 non include Internet Explorer. Microsoft ha anche annunciato che “l’applicazione deskotp sarà ritirata”. Lecito attendersi che possa essere escluso anche dal prossimo aggiornamento di rilievo di Windows 10.
Gli inizi, Windows 95
Il progetto di Internet Explorer venne avviato da Microsoft nel 1994. Lo sviluppo non venne concluso in tempo per la commercializzazione del sistema operativo Windows 95. Venne incluso col pacchetto “Microsoft Plus!” assieme ad altri programmi. Fu un grande successo iniziale.
Arrivano Firefox, Chrome ed Opera, a metà degli anni 2000 il declino
Internet Explorer dopo anni di predominio praticamente incontrastato cominciò a subire la concorrenza a metà degli anni 2000. Firefox, Chrome e successivamente Opera erano più veloci e più stabili. Nonché più sicuri. Avevano caratteristiche che il browser di Microsoft non aveva come ad esempio la navigazione in incognito (di Chrome) ed una sicurezza migliore (Mozilla Firefox).
Internet Explorer ed i meme
Da re incontrastato, Internet Explorer cominciò ad alimentare meme. Storico e celebre quello che lo vede in un confronto impietoso ed ironico al tempo stesso con gli altri concorrenti in cui viene presa di mira la sua velocità di risposta.
Le sue quotazioni crollarono al punto che si alimentò anche reputazione ironica di “Browser che serve a scaricare altri browser”. Con la navigazione su mobile, inoltre, Chrome e Safari si diffusero senza problemi su dispositivi Android ed iOS. Microsoft ebbe difficoltà a proporre un browser su mobile in grado di far breccia sul mercato.
Edge, la nuova pelle di Internet Explorer
Microsoft ha lanciato nel 2015 Edge, l’anno successivo il colosso di Redmond ha cominciato a togliere il supporto in modo graduale alle versioni passate di Internet Explorer. Per migliorare le prestazioni e superare limiti tecnici, l’azienda è passata al codice base di Chromium, quello di Google Chrome. Secondo le statistiche, tuttavia, Google Chrome è il browser più utilizzato col 63.06%.
Al secondo posto Safari di Apple (19.84%), poi Firefox al 3.26%. Dietro alla proposta di Apple c’è una lotta tra Firefox, Edge, Samsung Internet e Opera. Il browser di Mozilla vanta il 4,18% di market share, seguito a breve distanza (4.12%) da quello di Microsoft. Samsung e Opera si attestano rispettivamente il 2.89 e il 2.33%.
Già su Windows 10 è presente Microsoft Edge mentre è il browser predefinito di Windows 11. Da segnalare che Edge ha la modalità Internet Exploer integrata, questo significa che chi prova ad accedere ad al programma di navigazione dopo il suo ritiro viene reindirizzato ad Edge. I file di Internet Explorer non verranno rimossi dai dispositivi al termine del supporto.
Per abilitare la modalità IE in Edge, si può andare su edge://settings/defaultbrowser, attivare “Consenti il ricaricamento dei siti in Internet Explorer” e riavviare il programma di navigazione. IE, quindi, continuerà a “vivere” all’interno del browser Microsoft. Almeno fino al 2029. Data in cui il colosso di Redmond non supporterà più questa modalità per Edge.
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