E’ morto all’età di 78 anni, Antonino Giuffrida, storico e docente di storia moderna presso la facoltà di lettere e filosofia dell’università di Palermo. A dare l’annuncio della scomparsa è stata la figlia Grazia. “Ninni”, così è conosciuto da tutti, era un uomo di grande cultura e di profonda passione per la sua terra. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile nel panorama culturale siciliano e nell’ateneo palermitano. Pochi giorni fa aveva celebrato il suo compleanno.

La carriera

Giuffrida, un uomo di grande cultura e passione per la storia, ha dedicato la sua vita allo studio della storia economica, politica e sociale della Sicilia tra il XV e il XX secolo. La sua attività scientifica si è distinta per la profondità delle sue analisi e la ricchezza delle sue ricerche, che gli hanno permesso di pubblicare oltre cento lavori su riviste scientifiche e di settore, tra cui monografie di grande rilievo come “La Sicilia e l’Ordine di Malta”, “La centralità della periferia mediterranea” e “La finanza pubblica nella Sicilia del ‘500”.

La sua carriera non si è limitata alla ricerca accademica. Dopo essersi laureato nel 1968, Giuffrida ha vinto il concorso di funzionario degli Archivi di Stato e, contestualmente, ha frequentato la scuola francese di Roma e la scuola degli alti studi di Parigi, specializzandosi in economia e sociologia. Nel 1974 è entrato a far parte dell’assemblea regionale siciliana, dove ha ricoperto ruoli dirigenziali fino a diventare segretario generale.

Nel 2004, a 62 anni, ha trovato una nuova appassionante sfida: ha insegnato storia moderna presso l’università degli studi di Palermo, un ruolo che ha svolto con grande entusiasmo e competenza.

Il ricordo di Giuffrida

Conservano un ottimo ricordo, gli ex studenti di Antonino Giuffrida: “Grazie, prof, per la pazienza e l’entusiasmo con i quali seguiva i suoi studenti nelle lunghe ricerche in archivio. Sempre disponibile e pronto ad ascoltare i nostri mille dubbi. Il ricordo più bello, per me, è la sua felicità nell’archivio storico di Palermo quando ritrovammo le lettere dell’abate Vella, protagonista della storia di Sciascia, il consiglio d’Egitto. Che la terra le sia lieve” – scrive un ex studente” -.

“Ci ha lasciati il Prof. Antonino Giuffrida, già docente di Storia Moderna alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Palermo, con cui mi onoro di aver collaborato in molteplici iniziative. Tra le altre cose, nel corso dei suoi studi aveva portato avanti un’indagine sulla storia della finanza pubblica siciliana e sulla evoluzione e il funzionamento delle reti del credito, dimostrando con le carte, che la Famiglia Florio non era fallita. Sono oltre cento le pubblicazioni su riviste scientifiche e le monografie: Voglio oggi ricordare il grande studioso, uno dei pochi, che mi ha dato modo, di approfondire la mia cultura storica” – ricorda un altro ex studente” -.

Poi, le parole di alcuni colleghi: “Ci lascia oggi il grande storico palermitano Antonino Giuffrida, da noi tutti chiamato Ninni. Di lui, grande estimatore della storia economica e sociale dell’età moderna siciliana, resteranno i tanti sorrisi, la sua pacatezza e il saper vederci lungo su tutti noi studenti.A lui, noi storici palermitani, dobbiamo tanto, tantissimo: le sue iniziative culturali, il suo essere uno storico vecchia scuola ma con la mente sempre aperta alle novità, ai nuovi studi, alla passione che vedeva in alcuni tra noi studenti. Sapeva capirci e sapeva darci le giuste indicazioni. Mancheranno i nostri incontri nella tarda mattinata per parlare delle nuove ricerche sul campo dell’economia vinicola in età moderna, o gli ultimi studi appassionati sulle zolfare dell’entroterra siciliano.Ninni aveva acume, ma aveva anche un grosso sorriso coinvolgente. Lo stesso sorriso che sapeva rivolgerci quando con un commento giusto ci rimandava alla prossima sessione. Il grande messaggio che ci lascia è stato sempre chiaro per chi ha avuto l’onore di conoscerlo: studiate la storia perché vi piace, andate avanti, non fermatevi. Sappiate appassionarvi di cose che sembrano irrisorie, e ridetene. Raccontatele con severità ma sempre con un consapevole sorriso che non vi lascerà mai. Come lei, grande professionista!”