Stop ai fondi per il Ponte sullo Stretto. Dopo il diniego della registrazione della delibera Cipess da parte della Corte dei Conti il governo decide di non tenere bloccati, in attesa di risolvere i problemi, i fondi che fra il 2024 e il 2026 erano stati destinati al Ponte. Così definanzia la trance di spesa prevista nella finanziaria del prossimo anno e la sposta su altri fronti.

I fondi finiscono nel pacchetto di aiuti previsti dalla Zes unica e nel provvedimento riguardante la contribuzi0ne complementare a supporto di alcune discusse misure di modifica. Ma dal Ministero dei Trasporti precisano che il definanziamento è solo un fatto tecnico “I cantieri non potranno partire nei prossimi mesi e dunque opportuno non lasciare risorse bloccate”. In pratica non cambiano le intenzioni di fare il Ponte ma si sposta in avanti il finanziamento di alcune misure complementari.

L’opposizione attacca “Ora è certo che il Ponte non si farà”

Ma per l’opposizione è il de profundis del progetto beffa: “Alla buon’ora, il governo Meloni si è reso conto che il paese necessita di soldi per le imprese e per le famiglie molto più che per i cantieri demagogici di Salvini del ponte sullo Stretto. Opera con falle enormi in sede progettuale e con un iter che da due anni si trascina in modo approssimativo e delirante. Il definanziamento di quest’opera sancisce il definitivo fallimento del ministro dei disastri, Salvini appunto, che ha buttato un triennio dietro a sparate elettorali lasciando andare a picco i trasporti italiani. Questo stop sul ponte lascia comunque mille interrogativi sulla fine che faranno i fondi di coesione sottratti a Sicilia e Calabria. Queste due regioni meritavano anni di prese in giro cosi’ colossali? La risposta è no. E Meloni è la principale responsabile di questa vera e propria angheria politica” sostiene in una nota la capogruppo M5s in comm. Ambiente alla Camera Daniela Morfino.

La reazione pentastellata in Sicilia

“Apprendiamo che Roma starebbe definanziando parzialmente il ponte di Messina per finanziare la legge di stabilità nazionale. È il prologo della fine della farsa messa in piedi da Salvini e soci solo a scopo elettorale. Si metta una volta per tutte la pietra tombale su questa messinscena che finora ha prodotto solo costi e si restituiscano i soldi rubati alla Sicilia con la complicità di Schifani. Il presidente della Regione non permetta che i soldi sottratti allo sviluppo dell’isola vadano a finanziare le misure clientelari del governo Meloni. Sarebbe l’ennesima, intollerabile beffa ai siciliani” afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca