È polemica sulla decisione dell’Enac che il mese scorso ha reso l’aeroporto di Catania hub del Mediterraneo. I sindacati non condividono tale decisione da parte dell’Ente nazionale aviazione civile.
Giuseppe Giacomo De Luca di Legea Cisal Palermo e Gianluca Colombino, segretario Cisal Palermo, ne parlano in una nota stampa.
Per i sindacati, “Una forzatura”
“La scelta di Enac di scegliere l’aeroporto di Catania come hub del Mediterraneo – si legge – a scapito di Palermo, è una forzatura: lo scalo di Punta Raisi, per le sue piste, è idoneo a ospitare mezzi di maggiori dimensioni e non soffre la vicinanza dell’Etna che spesso costringe gli aerei a cambiare percorso. Il Falcone-Borsellino può contare su due piste di 3.326 metri e 2.068 metri e quattro direzioni di atterraggio, più 37 piazzole di sosta, a fronte di Catania che ha una sola pista di 2.436 metri e due sole direzioni di atterraggio”.
Chiesto l’intervento del Comune di Palermo
Prosegue: “Condizioni incontestabili che ci hanno spinto a chiedere l’intervento del Comune di Palermo che, da noi sollecitato, ci ha assicurati di avere già esposto la questione all’Enac e che altrettanto farà con il prossimo Governo regionale. È necessario però che tutti intervengano, dal presidente Schifani al Governo Meloni, per correggere una scelta sbagliata che non fa certamente gli interessi di tutta la Sicilia”.
Masterplan aeroporto di Catania, Hub del Mediterraneo
A metà settembre, nel corso della conferenza con la stampa all’Aeroporto di Catania nel quale vennero elencati i risultati ottenuti durante l’estate nello scalo etneo, è stato anche illustrato, a grandi linee, il contenuto del Masterplan dell’Aeroporto di Catania, alla luce della decisione di Enac di renderlo Hub del Mediterraneo.
A parlarne è stato l’ingegnere Giancarlo Guarrera, Accountable manager dello scalo etneo, che si è soffermato su alcuni aspetti essenziali del piano industriale dell’aeroporto, del valore di circa 600 milioni di euro e da realizzare entro il 2030 quando i passeggeri, secondo la previsione, sfioreranno i 14 milioni.
I dettagli
Terminal – Il Masterplan prevede azioni su tutti e tre i terminal. Il principale (A) vedrà interventi significativi con aggiunta di sale d’attesa e imbarchi, per un totale di 2.800 metri quadrati, miglioramento dei servizi igienici e riconfigurazione dei varchi security.
L’ex aerostazione Morandi – terminal B – Sarà come detto più volte demolito e ricostruito. Una scelta dettata da più considerazioni. Innanzitutto, il sottodimensionamento del vecchio terminal, non più adeguato ai numeri registrati dallo scalo etneo, men che meno alle previsioni di crescita. In secondo luogo, per i materiali e la configurazione stessa del terminal, non più in linea con gli standard internazionali, normativi, funzionali ed energetici.
Nelle more dell’avvio dei lavori, alcune aree del terminal B saranno adeguate e utilizzate per decongestionare il traffico del terminal A.
Viabilità – Si confermano i lavori di riconfigurazione della via Fontanarossa, per cui si attende l’autorizzazione del Comune per realizzare i marciapiedi. Così come si confermano quelli relativi alla via Santa Maria Goretti e alla viabilità interna aeroportuale.
Efficientamento energetico – È di oggi la notizia dell’approvazione da parte di Enac del progetto di copertura fotovoltaica del parcheggio P4. Entro un anno circa, la struttura sarà realizzata e consentirà il raggiungimento della quasi totale autonomia energetica. “Un progetto al quale lavoriamo da anni – commenta l’ad Sac Nico Torrisi – e che ci permetterà di dare il nostro contributo per affrontare la crisi energetica e rendere l’aeroporto green, nonché di operare un grande risparmio”. Il costo si aggira intorno ai nove milioni di euro e i tempi di realizzazione saranno di circa 12 mesi.
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