Il presidente della IV sezione penale Bruno Fasciana ha deciso che il processo per l’affondamento del peschereccio Nuova Iside resta a Palermo.

È stato rigettato l’eccezione di incompetenza territoriale avanzata, nelle scorse udienze, dalla difesa degli imputati. Secondo il tribunale il processo deve celebrarsi a Palermo perché è il pubblico ministero che per prima ha iscritto la notizia di reato è appunto la procura di Palermo.

Udienza nell’aula bunker dei Pagliarelli

L’udienza di oggi è stata celebrata nell’aula bunker del carcere palermitano di Pagliarelli vista la presenza di numerose parti civili, ammesse nella scorsa udienza, tra cui tutti i familiari delle vittime – assistiti dagli avvocati Cinzia e Antonio Pecoraro, Paolo Grillo, Aldo Ruffino e Giuseppina Scrudato –, i tre membri dell’equipaggio del Nuova Iside, i pescatori Giuseppe, Matteo e Vito Lo Iacono.

I fatti del maggio 2020

Il peschereccio, fuori per una battuta di pesca, è scomparso dai radar la notte del 12 maggio 2020, a largo di Capo di San Vito. Secondo la tesi accusatoria – in aula il sostituto procuratore Vincenzo Amico – il Nuova Iside sarebbe affondato in seguito ad una presunta collisione avvenuta in acque internazionali con la petroliera Vulcanello.

Gli imputati

Imputati – con l’accusa di avere causato il naufragio – il comandante della Vulcanello Gioacchino Costagliola, Giuseppe Caratozzolo, terzo sottufficiale di coperta e il timoniere della petroliera, il romeno Mihai Jorascu. Quest’ultimo è deceduto mentre era detenuto agli arresti domiciliari in Romania. Il giudice si è riservato sulla citazione del responsabile civile ed ha rinviato al prossimo 11 gennaio.

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