• Il sindaco di Palermo, nonché presidente dell’Anci Sicilia, rilancia l’idea di ospitare i profughi nei borghi disabitati
  • Tuona la Lega con Salvini “Pensi a morti insepolti a Palermo”
  • Il capogruppo del Carroccio a Palazzo delle Aquile, Gelarda, invece lo invita a “Candidarsi a sindaco di Kabul”
  • Melluso (Sinistra Comune) ringrazia Orlando per l’impegno

Ospitare i profughi afghani nei borghi ormai disabitati della Sicilia. Leoluca Orlando, sindaco di Palermo e presidente di Anci Sicilia, rilancia ancora una volta la disponibilità all’accoglienza già manifestata nelle ore immediatamente successive alla presa di Kabul da parte dei talebani.

Idea che non piace alla Lega che insorge a partire da Salvini per continuare con Igor Gelarda, capogruppo del Carroccio al consiglio comunale. Ma Orlando “incassa” anche l’apprezzamento di Fausto Melluso di Sinistra Comune.

Salvini, “Pensi a morti insepolti a Palermo”

Tuona il leader della Lega, Matteo Salvini: “Invece di pensare a riempire la Sicilia di profughi e immigrati, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando lavori per sistemare i cimiteri e dare giusta sepoltura ai morti che attendono da mesi una degna sistemazione”.

Gelarda, “Orlando si candidi a sindaco di Kabul”

“Siamo ormai all’evidente delirio politico di un uomo che farebbe meglio a ritirarsi a vita privata piuttosto che continuare a sparare cose assurde. Sono di poche ore fa le dichiarazioni del sindaco di Palermo Leoluca Orlando secondo il quale potremmo ripopolare i borghi disabitati della Sicilia con i profughi afghani”.

Ed aggiunge il capogruppo della Lega a Palazzo delle Aquile “È forse questo l’amore del sindaco, disgraziatamente anche presidente Anci Sicilia, che piuttosto che pensare a un rientro dei siciliani emigrati e ad un rilancio complessivo e turistico dell’Isola vuole ripopolare la nostra isola con migranti? Alcuni dei quali, magari, come accaduto in Francia, con collegamenti con terroristi? L’ aiuto a donne e bambini afghane è doveroso, ma il ripopolamento lo si fa nelle riserve”.

Gelarda conclude: “Orlando ha detto chiaramente quello che vuole fare la sinistra italiana da tempo, farci invadere per colonizzarci. Il sindaco parla a suo nome e di una sparuta minoranza radical-chic che non sa più su quale pianeta vive, non certo dei palermitani e dei siciliani. Si proponga lui piuttosto, se gli sta tanto a cuore la questione, come sindaco di Kabul”.

Melluso, Sinistra Comune, “Grazie a sindaco per impegno”

Di tono diametralmente opposto, invece, le parole di Fausto Melluso, consigliere comunale di Sinistra Comune a Palermo e responsabile migrazione dell’Arci in Sicilia:
“Il sindaco di Palermo, in queste ore, sta lavorando per sostenere la comunità afghana di Palermo nel tentativo di mettere in salvo il maggior numero di persone possibile dalla drammatica crisi che sta vivendo il Paese. A lui va il nostro più sentito ringraziamento”

Ed attacca il Carroccio: “I leghisti nostrani non perdono l’occasione di dimostrarsi per quel che sono, affermando che il sindaco starebbe lavorando per ‘farci invadere per colonizzarci’: a parole siamo tutti per i diritti del popolo afghano, nei fatti c’è sempre chi non riesce a evitare di investire sulla paura e sulle menzogne – aggiunge – sappiano, i leghisti, che se le operazioni continueranno positivamente non riusciremo comunque a portare in salvo più di otto o diecimila persone: in media una persona per comune italiano, ed a farlo sarà il governo di cui tra l’altro fanno parte anche loro. Dovremo fare molto di più”.

Le parole di Orlando

Così Leoluca Orlando sull’idea di ospitalità agli afghani in fuga dai talebani. “Palermo e la Sicilia sono pronte a ospitare i rifugiati afghani, perché da tempo la mia terra ha fatto dell’accoglienza una bandiera, dimostrando che l’integrazione non è soltanto possibile ma anche. Credo che potremo portare avanti una grande operazione di ripopolamento dei borghi, paesi interi che si sono svuotati e che rischiano di sparire. E utilizzare nel settore turistico le competenze di chi arriva: penso a quelle linguistiche”.

Già consegnata una prima lista con una cinquantina di nomi

Il sindaco di Palermo ha già consegnato una prima lista con una cinquantina di nomi, persone legate ad afghani che si sono stabiliti in Sicilia. “Ho consegnato una prima lista e so che le prime cinque o sei persone che abbiamo segnalato sono già in aeroporto – dice Orlando – in questa prima fase dobbiamo mettere in salvo i bersagli”. In prima battuta potrebbero essere utilizzati gli Sprar e “contare sul grande cuore di Palermo e tante realtà attive sul territorio, dalla Caritas alla Comunità di Sant’ Egidio”. Poi, però, sarà importante “anche un aiuto economico e gestionale da parte del governo: i Comuni sono in bancarotta. Una cosa è certa: Palermo non si tira indietro. Questa è un’opportunità anche per noi”.

La tesi del primo cittadino palermitano

I profughi, è la tesi di Orlando, potrebbero stabilirsi “nei paesi dove le case degli emigrati sono rimaste vuote e si vendono a un euro. Bisogna sapere di cosa si parla e non prestare il fianco a inutili e pericolose istigazioni all’odio”. Palermo è l’esempio che l’integrazione è una possibilità concreta: nella città che si è riscoperta turistica, i ristoranti i migranti perché parlano le lingue”. Si potrebbe puntare sul “lavoro nelle campagne, per esempio. Anni fa la Chiesa valdese fece un corridoio con la Siria e molti siriani si stabilirono sulle Madonie a lavorare la terra: sono esperienze già sperimentate e con successo. C’è il lavoro e ci sono le case: ci sono cittadine fantasma che hanno bisogno di tornare vive”.

“I sindaci d’Europa pronti all’accoglienza”

Per Orlando c’è “un’intera Italia, direi un’intera Europa, dove i sindaci si sono aperti all’accoglienza. I primi cittadini sono avanti: hanno chiarissimo il problema del rispetto dei diritti umani”. Cosa è accaduto in Afghanistan? “Il neo-colonialismo è fallito: non si esportano i propri principi con le armi. Quando si sconfiggere il nemico e si continua pensando di imporre i propri valori, si porta avanti una visione fallimentare. Prima il rifiuto della guerra. Sempre”.

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