Per avere riconosciuta il premio per l’attività di disinnesco e distruzione degli ordigni bellici, sei poliziotti del nucleo antisabotaggio della questura di Palermo si sono rivolti al Tar di Palermo assistiti dall’avvocato Angelo Giunta.

Il ricorso gli agenti lo hanno presentato contro il ministero dell’Interno. I giudici della prima sezione del Tar di Palermo preseduto da Salvatore Veneziano hanno accolto il ricorso e riconosciuto i loro diritto ad avere il premio compito dal mese di marzo 2015 a seguire.

“Il provvedimento va annullato – scrivono i giudici – nella parte relativa al non riconoscimento del premio per le operazioni di “disinnesco o neutralizzazione e successivo brillamento di ordigni e esplosivi residuati bellici su richiesta dell’Autorità giudiziaria in quanto reperti sequestrati penalmente” e di “identificazione neutralizzazione e bonifiche in caso di ritrovamento di artifizio pirotecnico non riconosciuto su richiesta dell’Autorità giudiziaria in quanto reperti sottoposti a sequestro”.

Il premio non va riconosciuto quando ci si trova davanti ad una ridotta quantità di materiale esplodente: cartucce, artifizi incendiari e fumogeni e che, in ogni caso, non sono riconducibili a operazioni di antisabotaggio o antiterrorismo.

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