Tra gli otto tifosi picchiati con bastoni e cinghie c’era anche un prete che aveva seguito il Verone in trasferta a Palermo.

L’episodio è avvenuto lunedì sera dopo il match di campionato vinto 1-0 dai padroni di casa. Il retroscena è stato raccontato da alcuni testimoni e riportato dal quotidiano veronese L’Arena.

Nel gruppetto, per seguire l’Hellas, c’era anche una donna. “Il prete era in trasferta con alcuni amici. Si sono fermati a dormire lì e prima di entrare nel B&B si sono trovati davanti quelle bestie: li aspettavano per menarli. Che vigliacchi prendersela con un sacerdote, con una donna con problemi di salute e con un altro che ha difficoltà a camminare, sembra ci fossero anche dei bambini, che gente infame è quella che colpisce chi non può difendersi? Che prova di forza, che coraggio, bravi!”.

La sensazione è che l’aggressione di lunedì potrebbe portare a delle vendette. Gli ‘altri’ veronesi quelli più organizzati della curva, sarebbero infatti imbufaliti, come si legge su L’Arena, che ricostruisce l’assalto subìto dal gruppo di veronesi, con in testa il sacerdote “che va sempre al Bentegodi a seguire l’Hellas e anche in trasferta”.

Gli otto tifosi, con la sciarpa al collo, stavano tornando in albergo, erano già scesi dal taxi e dovevano percorrere a piedi una stradina di una trentina di metri per raggiungere il B&B in cui alloggiavano, in via Apollo. “Era passata la mezzanotte da poco, quando all’improvviso sono sbucati fuori dal niente gli scatenati del Palermo, che hanno chiesto la sciarpa come pretesto per far scattare la rissa. Al ‘no’ dei veronesi, è iniziato l’attacco”.

Questo il racconto del testimone: “Quelli più deboli come il prete con la donna e gli altri, sono scappati verso l’ingresso dell’albergo per mettersi al sicuro, mentre gli altri tre hanno cercato di fermare gli avversari, facendo da scudo per il tempo necessario che gli altri entrassero nell’edificio. Speravano di poter temporeggiare ma invece no, sono stati picchiati violentemente e ci hanno rimesso tagli, botte e tanta paura, perchè 15 contro 3 non regge il confronto”.

Non contenti, i palermitani sarebbero anche tornati indietro: “Dopo aver scaricato pugni, calci e frustato con la cintura, hanno deciso di andarsene via ma poi ci hanno ripensato e sono tornati indietro a finire lo sporco lavoro”. Negli ambienti del tifo gialloblù, parlano di un tifoso con la faccia sfigurata, e di un altro “tagliato dappertutto, l’hanno sfregiato con la fibbia della cintura, in ospedale l’hanno cucito come un calzino rotto”. Altro dettaglio: “A uno che era a terra stordito dai pugni, l’hanno colpito con i calci sulla schiena anche così, indifeso, come un sacco di patate”.

I tre feriti, tutti veronesi della provincia (come anche il sacerdote) hanno 42, 51 e 52 anni. Sono stati poi trasportati in ambulanza all’ospedale Villa Sofia. Gli aggressori sono poi fuggiti a bordo di quattro auto non appena hanno sentito le sirene delle forze dell’ordine. A dare supporto ai carabinieri sono intervenute diverse volanti della polizia. Ieri mattina i veronesi sono tornati con un aereo di linea nella loro città.

Negli ambienti della curva gialloblù si parla già di vendetta. “Se la sono presa contro gente innocua, con tanto di prete e disabile al seguito, ma ci rendiamo conto?”. E poi: «Prima li hanno adocchiati, poi li hanno inseguiti e, nel momento più facile, li hanno colpiti a sangue. Ma perchè? Se è per la solita faccenda dei conti in sospeso tra tifoserie, vediamocela tra di noi, ad armi pari…”.

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