L’episodio di ieri sera a Palermo che ha visto come sfortunati protagonisti due coppie di turisti aggrediti da scippatori si aggiunge ai tanti, purtroppo, che si sono verificati in tutta la Sicilia.

Gesti che fanno certamente vergognare e che rischiano di avere effetti devastanti al pari di una calamità. Ma se dalle macerie di un terremoto possono (ma non sempre) venire fuori cose bellissime come nel caso del meraviglioso Sud-Est dell’Isola meta proprio di quei viaggiatori che scelgono la Sicilia, questi episodi lasciano cicatrici simili a delle mutilazioni.

Una sensazione ben descritta da Igor Gelarda, segretario del sindacato di polizia Consap, che in un lungo intervento ricorda come a Palermo, nel giro di soli tre mesi, un uomo è stato arrestato per quattro volte (in un caso proprio per una rapina a danno di turisti) ed è sempre tornato libero e si sfoga scrivendo che per  i poliziotti, “quelli che indossano le loro t-shirt per 6 ore al giorno e 1.500 euro al mese, questa situazione è assolutamente frustante. Tanto da farci dubitare anche su quale sia il nostro ruolo nella società di oggi!” 

L’uomo, almeno per adesso, non è più libero, ma il sindacalista ribadisce quanto accaduto nel ragusano,  dove un indiano con dei precedenti penali ha cercato di rapire una bambina di 5 anni sul lungomare. Arrestato dai carabinieri  è tornato in libertà due giorni dopo.

“Non abbiamo alcun dubbio che i magistrati facciano bene il loro lavoro, e applichino la legge- conclude Gelarda – ma qualche cosa non va allora in questa legge, qualcosa non va in questo sistema. A questo punto ci chiediamo a cosa serva la legge se non a garantire la sicurezza dei cittadini, specialmente di quelli che hanno subito un reato e non solo, o prevalentemente, di quelli che lo hanno commesso…Ma se chi commette atti anche socialmente pericolosi, come tentare di rapire un bambino è libero il giorno dopo, forse siamo alla frutta…E ripetiamo, i giudici non fanno altro che applicare quello che ha scritto il legislatore”.