Dopo un’attesa che sembrava infinita, ritardi e le immancabili polemiche, prende il via il concorsone scuola 2016. Le prove scritte, che si svolgeranno rigorosamente al pc, inizieranno domani e si concluderanno entro il 31 maggio, gli orali si svolgeranno invece in estate.
Le prove scritte si articoleranno in otto domande di cui sei a risposta aperta (di carattere comunque metodologico e non nozionistico) e due di lingua straniera a scelta multipla, più un colloquio di 45 minuti per la prova orale.
In palio 63.712 cattedre in tutta Italia. È il concorso più atteso e più controverso che la scuola ricordi. Il Ministero ci ha messo mesi per pubblicare il bando. I docenti precari estromessi dal piano straordinario di assunzioni della riforma lo contrastano da oltre un anno, rivendicando anche loro il diritto alla stabilizzazione.
Il Ministero ha voluto riaffermare ad ogni costo il principio che nella scuola pubblica si viene assunti solo per concorso, rivolto questa volta solo ai docenti abilitati. Migliaia i non abilitati che avevano presentato ricorso sperando di essere ammessi alla dura selezione, ma il Ministero ha preso tutta un’altra strada.
Di concorsone si iniziò a parlare contestualmente alla tanto discussa riforma della Buona scuola, che secondo questa legge avrebbe dovuto essere bandito entro il primo dicembre 2015. Una data che non è stata rispettata: il bando è arrivato solo a fine febbraio.
Gli uffici scolastici regionali, per rispettare i tempi, sono dovuti correre ai ripari lavorando a più non posso: basti pensare alla affannosa ricerca dei commissari (il compenso è troppo basso e molti rifiutano) e delle aule dotate di pc da usare per la prova scritta.
Per alcune classi di concorso – come matematica e scienze – ed in alcune regioni, si rischia di non arrivare a coprire i posti disponibili, per cui bisognerà comunque ricorrere ai supplenti.
Al contrario, in altre materie la competizione sarà molto dura: soprattutto per primaria ed infanzia, che contano circa i due terzi delle 165.578 domande pervenute (97mila, per meno di 25mila cattedre). Ci sono Regioni (quelle meridionali in particolare) molto più affollate di altre, o classi di concorso di nicchia intasate da centinaia di candidati.
In Sicilia le domande presentate sono state 17.725, ma sull’Isola i posti “in palio” sono 4.019.
Oltre una domanda su dieci arriva dalla Sicilia.
Intanto ci sono altre novità nel mondo della scuola. “Apprendiamo con soddisfazione la notizia dell’approvazione in Senato dell’emendamento sulle assegnazioni provvisorie 2016/2017, che prevede la proroga della deroga del vincolo triennale e che consente, quindi, anche a tutti i neo-immessi in ruolo nell’anno 2015/2016 di poter presentare domanda di assegnazione provvisoria per la provincia che preferiscono. Una buona notizia per i docenti siciliani che hanno finalmente maggiori prospettive di rimanere a prestare servizio nella propria regione”. Lo affermano, in una nota, il segretario provinciale del Pd a Palermo Carmelo Miceli e la coordinatrice del dipartimento scuola e università Benita Licata.
“Ringraziamo la relatrice per il suo lavoro. E in particolare – continuano gli esponenti del Pd – il Sottosegretario Faraone per l’impegno mantenuto: ha recepito le richieste degli insegnanti ed è riuscito a rendere concreto quanto, in più incontri con noi, si era impegnato a fare per venire incontro alle esigenze delle scuole e dei docenti. Si tratta di un provvedimento fondamentale per superare il grosso divario tra l’offerta formativa del meridione, soprattutto nelle zone a rischio di devianza giovanile, e quella del resto dell’Italia. Un piccolo grande passo – concludono – che renderà i giovani del Sud più liberi e consapevoli”.
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