Accoglienza, internazionalizzazione, innovazione, sostenibilità: sono queste le parole d’ordine con cui l’Università di Palermo si prepara al nuovo Anno accademico, le cui iscrizioni si apriranno il primo agosto.
Tante le novità in cantiere presentante dal rettore Fabrizio Micari, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Steri.
Ma i parametri per risalire la classifica Censis, che vede Palermo fanalino di coda, non sono tutti in capo all’Università, ma anche alla politica, nazionale e regionale e, nei confronti soprattutto di quest’ultima, Micari non ha nascosto una garbata polemica; ad esempio, i fondi per il diritto allo studio diminuiti, l’Ersu e il consorzio universitario di Agrigento acefali.
“In un contesto sociale – ha spiegato Micari – di obiettiva difficoltà economica, in cui il 40 per cento delle famiglie siciliane sono a rischio povertà e la Sicilia vanta il più basso numero di laureati, non ci si può fermare ai buoni principi ma occorrono risorse. La tassazione media a Palermo è di 775 euro contro la media nazionale di circa 1400 euro, con un’ampia forbice di no tax area; abbiamo portato tre nuovi corsi ad Agrigento e Caltanissetta, per agevolare il diritto allo studio in quelle aree, ancora più disagiate della provincia di Palermo. Stiamo facendo la nostra parte, ma il capitolo riguardante le borse di studio o i posti letto non possiamo affrontarlo da soli. Mi auguro che il prossimo presidente dell’Ersu sia competente in materia di diritto allo studio”.
Poi Micari ha snocciolato una serie di dati in crescita che fanno ben sperare sul futuro dell’Ateneo palermitano: numero di iscritti, docenti, nuovi corsi e nuovi servizi.
Nel dettaglio, dal 2015 al 2019, le nuove matricole sono passate da 7718 a 8883; dato ancora più incoraggiante quello riguardante gli iscritti alle lauree magistrali, che da 2060 diventano 2542, ciò significa che sempre più giovani decidono di concludere gli studi magistrali a Palermo, dopo avere conseguito la triennale.
Obiettivo dichiarato per il nuovo anno accademico sforare la soglia delle nove mila immatricolazioni. Risale anche il numero dei docenti con l’incremento del turn over; entro il 2019 saranno immessi 31 nuovi ricercatori. Rimane basso il numero di studenti stranieri, intorno all’1 per cento.
È puntando sui nuovi corsi che Unipa prova ad invertire il trend e a costruire una vettorialità bidirezionale in cui si esce per acquisire esperienze e conoscenze, ma anche si torna. È stato anche ampliato il numero di iscritti ai corsi di laurea ad accesso programmato, fra cui Medicina e Chirurgia i cui posti disponibili saranno 400, per rispondere alla carenza di medici.
“Dobbiamo articolare – ha detto Micari – la nostra offerta intorno alla multidisciplinarietà, intervenendo su alcuni assi strategici e innovativi per la nostra terra. Vanno in questa direzione le lauree magistrali in inglese quali “Transnational german studies, Mediterranea Food Science and Tecnology Ingegneria Biomedica. Palermo, inoltre, è l’unica università italiana meridionale, insieme a Cagliari, ad essere partner del progetto Forthem che crea in Europa 17 Super Atenei. Palermo fa parte di una rete di sette Università che comporta la circolazione nell’ambito del progetto Erasmus, ma anche l’acquisizione del doppio titolo in uno di questi atenei europei. L’accoglienza è il primo passo verso l’integrazione e una società più colta è anche più integrata”.
Palermo è in prima fila nel supportare le iscrizioni dei ragazzi richiedenti asilo cui viene consentita l’immatricolazione e agevolato il percorso di studi e la frequenza.
Unipa ha anche fatto delle scelte che la rendono protagonista nella sostenibilità ambientale come l’obiettivo di diventare plastic free e il servizio di navetta gratuito da viale delle Scienze con lo scopo di alleggerire la mobilità all’interno del Campus.
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