Potenziare in tutta la Sicilia la lotta alla contraffazione alimentare e all’agropirateria, attualmente con le armi fortemente spuntate. E’ quello che, tra le altre cose, chiedono i deputati regionali e nazionali del M5S con due interrogazioni alla Camera e all’Ars (primi firmatari Giulia Di Vita e Giorgio Ciaccio), prendendo spunto da una vicenda accaduta a Favignana.

Le azioni anticontraffazione infatti, secondo quanto riferito alla deputata Di Vita dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione delle frodi di Palermo, sono fortemente limitate dalla carenza di personale “e questo – afferma la Di Vita – nonostante lo stesso istituto, abbia sottolineato la necessità dell’intensificazione delle attività di controllo e di contrasto al fenomeno”.

Un’esigenza suffragata dai numeri, che pongono la Sicilia su un podio tutt’altro che ambìto. “Un report dell’associazione Fare Ambiente del 2015 – afferma la deputata – attesta che la Sicilia è la terza regione italiana in cui si registra il maggior numero di casi di consumatori incappati in frodi alimentari. Non meno preoccupanti sono i dati del rapporto ecomafia 2014 di Legambiente, che racconta di quasi 30 mila infrazioni accertate nel 2013, per l’impressionate media di 80 casi al giorno”.

All’ ispettorato di Palermo la deputata si era rivolta per sollecitare le opportune attività ispettive in relazione ad episodi accaduti a Favignana nel 2014 e denunciati dal giornalista giornalista Tommaso Botto del periodico on-line Dovatu.it : “Al di fuori del negozio ‘Capricci di Tonno’ – racconta la Di Vita – veniva pubblicizzato, con tanto di cartello esposto nella centralissima piazza Matrice, un messaggio pubblicitario che lo stesso ispettorato ha successivamente ritenuto perseguibile in sede amministrativa per le dichiarazioni mendaci sull’origine del tipo di tonno. In buona sostanza – spiega la parlamentare – veniva spacciato come tonno delle Egadi e come tonno rosso di mattanza, del tonno che aveva invece altra origine”.

La vicenda, sempre a Favignana, aveva avuto dei precedenti che avevano portato ad un sequestro di una partita di tonno nel 2012 e nel 2013. Nel 2013 Giuseppe La Torre, proprietario delle rivendite “Casa del tonno” e Capricci del Tonno” era stata multato per aver venduto tonno di Malta, spacciato per tonno di Favignana.

“Per quelle sanzioni – racconta la deputata – non è stata effettuata attività di recupero della somme dovute, col corollario di un eventuale pericolo di prescrizione della sanzione per decorrenza dei termini”.

Le due interrogazioni M5S sollecitano azioni in tutto il territorio siciliano e a Favignana in particolare e chiedono quali iniziative si intendano mettere in campo per contrastare frodi come quelle di Favignana e quali azioni di tipo normativo si intendano intraprendere per riordinare e potenziare gli uffici territoriali competenti.