Alla Sicilia arriveranno 3 miliardi di euro in due anni dalla ripartizione degli incassi Irpef nella Regione. Lo prevede il decreto del 28 settembre 2017 del Mef, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale 235 di sabato scorso che stabilisce le modalità di attribuzione alla Regione Siciliana della compartecipazione all’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef).

Il provvedimento stabilisce che, in applicazione delle norme di attuazione dello statuto della Regione in materia finanziaria approvate dalla Commissione paritetica il 3 ottobre 2016, viene assegnato alla Sicilia un importo pari a 6,74 decimi per il 2017 e pari a 7,10 decimi dal 2018 dell’Irpef determinata con riferimento al gettito maturato nel territorio regionale. Con l’accordo del 20 giugno 2016 si è convenuto che il gettito Irpef di spettanza regionale venga calcolato sulla base del “maturato” e non del “riscosso” come avveniva precedentemente, spiega Il Sole 24 Ore.

La differenza sostanziale delle due modalità di calcolo fa sì che la misura della compartecipazione possa essere rideterminata al ribasso rispetto ai 10 decimi attualmente spettanti e portare un maggiore introito alla regione. Così la Sicilia dovrebbe avere maggiori introiti per 1,4 miliardi nel 2017 e 1,685 nel 2018 in cambio del taglio del 3% della spesa corrente e dell’applicazione delle riforme nazionali su partecipate e dirigenti. Governo e Regione potranno rivedere i termini dell’intesa alla fine del biennio.

Ma questo sistema di calcolo viene contestato dalle opposizioni e dagli autonomisti che parlano di ‘svendita’ dei principi autonomisti contenuti nello statuto siciliano e calcolano, invece, c he l’irpef così forfettariamente pagata alla Sicilia sia ne più ne meno il trasferimentoc he lo Stato fa nei confronti delle regioni ordinarie e abbonamente al di sotto della tassazione prodotta nell’isola