“Per le donne africane non potere allattare i propri figli rappresenta un vissuto drammatico. Molte di loro vittime di ripetute violenze in Libia prima di imbarcarsi verso l’Europa contraggono il virus dell’Hiv.

Da dodici di loro e una donna palermitana, seguite nel reparto di malattie infettive dell’ospedale Civico di Palermo, è venuta la richiesta di volere allattare i loro bimbi. Grazie alla terapia anti retro virale è iniziata questa analisi. Alla fine nessun dei piccoli è stato contagiato”. Tullio Prestileo, medico dell’unità operativa malattie infettive dell’ospedale Civico e presidente dell’Anlaids Sicilia ha presentato oggi lo studio retrospettivo che sarà pubblicato in una rivista scientifica condotto su 13 pazienti e che ha portato a risultati che sfatano una serie di pregiudizi mostrando  i tanti risultati ottenuti in questi anni dalla scienza. Analisi condotta con i medici Adriana Sanfilippo, Lorenza Di Marco e Antonina Argo.

“Il contagio da Hiv nei neonati può avvenire attraverso la placenta, durante il parto o durante l’allattamento – dice il medico – Numerosi studi hanno dimostrato che la terapia anti retro virale seguita dalla gestante è fondamentale per prevenire nuove infezioni infantili. Durante la cura la carica virale è pari a zero. Grazie a questo studio osservazionale è stato dimostrato anche il rischio di trasmissione durante l’allattamento è pari a zero”.

Nello studio emerge che  l’osservazione è stata condotta nel periodo compreso tra marzo 2017 e giugno 2021. Tutte le donne hanno dato il loro consenso alla raccolta di dati anonimi. Le donne che hanno fatto questa scelta sono state 13, di età compresa tra i 18 e i 34 anni (media età 26 anni). Due italiane e undici africane (Nigeria 4, Costa d’Avorio e Ghana 2, Mali, Camerun, Senegal 1). Il tempo trascorso in Italia è stato compreso tra 6 e 72 mesi (tempo medio 17 mesi).

A quattro delle 13 donne è stato diagnosticato l’Hiv durante le prime 10 settimane di gravidanza. Tutte sono state avviate alla terapia antiretrovirale in accordo con le linee guida. Il tempo di allattamento al seno è stato, in media, di 5 mesi con un intervallo di 6 settimane. Solo in un caso è stato interrotto perché nel frattempo una delle pazienti aveva contratto il Covid19.  Nessun bimbo è stato contagio.

“Questo studio deve servire anche per sfatare una serie di pregiudizi sull’Aids – aggiunge il dottore Prestileo – La terapia anti retro virale ha determinato uno svuotamento del bacino di persone con Hiv in Italia e nel mondo occidentale. L’ultimo bollettino dell’istituto superiore di Sanità ci parla di un numero che va finalmente al di sotto delle 3 mila unità di persone infettate. Noi abbiamo messo in piedi una terapia per le donne in gravidanza da una ventina d’anni. Nel nostro centro dove abbiamo seguito migliaia di persone sieropositive tutti i bambini nato sono sieronegativi cioè tutti sani.  Nell’ultimo anno nella struttura sono state 21 i casi accertati di Aids. Otto giovani omosessuali, 3 uomini tra i 55 e i 60 anni che non avevano mai avuto nessun sintomo e hanno affermato di non avere avuto rapporti a rischio. Altri dieci sono migranti di cui sette donne e tre uomini. Due dati non vanno sottaciuti. Da quanto è scoppiata la pandemia la richiesta di controlli nel nostro centro si è ridotta del 70%. Negli ultimi mesi ogni settimana riscontriamo 1 o 2 casi di sifilide”.