“Ribadiremo oggi la nostra richiesta, che è quella dell’azzeramento dei trasferimenti dei lavoratori palermitani di Almaviva a Rende. Almaviva deve mantenere i lavoratori a Palermo portando le attività qui. Non si capisce la logica per cui lavoratori con salari medio basso dovrebbero accettare un trasferimento a Rende. E’ chiaro che quasi tutti rinunciano. E noi ci opporremmo a questi trasferimenti, assolutamente pretestuosi: il lavoro si può switchare, non c’è bisogno di spostare i lavoratori del call center, il comune di Osaka si può gestire da Palermo. Almaviva può mantenere gli operatori dell’ex commessa Enel qui per lavorare alle stesse commesse che già insistono su Palermo, come Tim e Alitalia”.

A dichiararlo è il segretario della Slc Cgil Maurizio Rosso mentre al Mise è in corso il tavolo per affrontare il problema del trasferimento dei primi 153 lavoratori palermitani della commessa a esaurimento Enel. “Affrontiamo l’incontro di oggi – aggiunge il segretario Slc Cgil Maurizio Rosso – con il forte proposito di partecipare alla costruzione di una realtà industriale che crei occupazione strutturata, radicamento sul territorio e sviluppo per tutto il Paese. Alla luce dell’industria 4.0, il settore può essere di straordinaria importanza per il contributo che può dare ai servizi ad alto contenuto tecnologico. I call center oggi richiedono una politica industriale con regole certe e con piani di formazione, ricerca e sviluppo adeguati per raggiungere nuove fette di mercato”.

“Oggi – dichiara Rosso, ribadendo quanto dichiarato durante il suo intervento al tavolo al ministero dello Sviluppo economico il 12 ottobre scorso – siamo riusciti a mettere insieme conquiste importanti: tre siti dove insiste Almaviva, Sicilia, Campania e Lazio, i tre comuni di Palermo, Napoli e Roma, un tavolo dedicato al settore unico in Italia, un tavolo dedicato ad Almaviva al ministero, un fondo strutturato per il settore, e l’ impegno del governo a far rispettare il 24 bis, le norme che regolano il dumping e le delocalizzazioni selvagge. Non riusciamo a comprendere, a seguito di queste determinazioni importanti, come si possa pensare di chiudere due centri importanti come Campania e Lazio o trasferire i lavoratori di Palermo a Rende, decisione che lascia intravedere licenziamenti mascherati. Crediamo invece che a seguito di questi elementi di fondamentale importanza bisogna fare una discussione su uno sviluppo concreto di questo settore”.