Chiusura delle attività di call center in Almaviva entro 72 ore se i committenti non daranno risposte positive sullo smart working. In attesa dell’emanazione del decreto del Governo sulle misure a sostegno dei lavoratori a fronte dell’emergenza Coronavirus, si procederà, come ha già comunicato dai vertici Almaviva, alla sospensione dei call center su tutti i siti nazionali, compreso la sede di Palermo.

Se non dovessero pervenire dichiarazioni di disponibilità dei committenti allo smart working, si procederà allo smaltimento delle ferie e degli istituti maturati al 31 marzo e successiva applicazione ammortizzatori sociali per i servizi dove non sia attuabile il lavoro “agile”, e l’attivazione delle procedure utili per lo smart working, dove fosse invece possibile.

Resterà comunque attivo il servizio di pubblica utilità 1500, per il quale , se non sarà previsto lo smart working, si continuerà ad espletare in sede, seppure con tutte le prescrizioni previste dal DPCM.

La situazione, in attesa di maggiori informazioni dei committenti e sul tipo di ammortizzatore sociale disposto dal governo, rimane in continuo aggiornamento.

E’ stato già predisposto dall’azienda , già da qualche giorno, inoltre un censimento sulle dotazioni elettroniche e di rete, in possesso dai lavoratori al fine di ottimizzare l’espletamento delle procedure di attuazione del telelavoro.

L’annuncio di Almaviva Contact di sospendere tutte le attività lavorative che non possono essere remotizzate entro 72 ore – dice Stefano Conti , segretario nazionale Ugl Telecomunicazioni- è un atto di responsabilità nei confronti della salute dei lavoratori. Dal momento però che la stessa azienda dispone della tecnologia per attivare il lavoro agile – aggiunge Conti-, è necessario che i committenti delle telco, dell’energia, e dei trasporti autorizzino senza indugi questa modalità di lavoro”.

Abbiamo richiesto con insistenza all’azienda, il rispetto del protocollo previsto dal DPCM in relazione alle procedure attinenti la sanificazione e igienizzazione dei locali aziendali in più turni – dice Aldo Li Vecchi, Rsu Ugl Telecomunicazioni -e soprattutto il mantenimento, in modalità scacchiera, delle distanze tra una postazione e l’altra, come tra l’altro espressamente indicato dalle previsioni normative”.

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