Accordo fatto sulla vertenza Almaviva al ministero dello Sviluppo Economico. Lo annuncia in un tweet la viceministro Teresa Bellanova che scrive: “lo avevo detto dalla prima trattativa che non avremmo lasciato sole 3000 persone. Salvi i posti di lavoro. Accordo siglato”.

“Dopo una lunga trattativa, accordo Almaviva firmato” twitta anche Davide faraone che continua “Ottimo risultato per i lavoratori , grazie a Teresa Bellenova per il suo impegno”

“Oltre al ritiro dei licenziamenti, l’accordo prevede l’utilizzo di ammortizzatori sociali (contratti di solidarietà per sei mesi e cig straordinaria per ulteriori 12 mesi) nei siti di Roma, Palermo e Napoli – conferma  Vito Vitale, segretario generale della Fistel Cisl per il quale “C’è “soddisfazione perché dopo la forte mobilitazione dei lavoratori è stato raggiunto un importante accordo che scongiura i licenziamenti di tremila lavoratori nelle aree del Paese dove la crisi occupazionale è molto pesante e difficilmente il mercato del lavoro avrebbe assorbito le eccedenze di Almaviva”.

Bisogna vedere che ne pensano i lavoratori che oggi hanno organizzato l’ennesimo corteo di protesta per le vie di Palermo.

Per parte sua l’Azienda considera questo accordo una sfida “condivisa con Governo e sindacati per riportare lavoro e produttività nelle sedi di Roma, Napoli e Palermo. Stop ai licenziamenti, ammortizzatori sociali per 18 mesi con riduzione progressiva della solidarietà. Verifica mensile della situazione produttiva ed occupazionale dell’azienda in sede istituzionale. Decisivo l’impegno del Governo per l’intesa”.

“Tiriamo un sospiro di sollievo: la soluzione positiva della vertenza Almaviva è una bella notizia per la Sicilia e per il Paese – dice Fausto Raciti, segretario regionale del Partito Democratico della Sicilia – E’ stata una trattativa lunga e complessa – aggiunge – ma alla fine si è riusciti a scongiurare una nuova ondata di tagli che avrebbe pesato enormemente sulla nostra isola e sulla sede di Palermo. Bisogna riconoscere il lavoro portato avanti con serietà e determinazione da tutte le parti che hanno partecipato al tavolo della trattativa: sindacati, rappresentanze del Ministero e della Regione e rappresentanze aziendali, tutti hanno fatto la loro parte nel raggiungimento da un accordo che prolunga le misure di solidarietà e prevede una serie di interventi da portare avanti nei prossimi mesi. Bisogna quindi lavorare da subito per creare le condizioni affinché, alla prossima scadenza, l’azienda e l’intero settore dei call center abbiano del tutto lasciato alle spalle questa fase di incertezza”.

Di fatto l’accordo non è assolutamente un successo anche se sono comprensibili le posizioni dell’Azienda che dopo aver denunciato una perdita di 1 milione al mese, ha visto lievitare queste perdite fino a 1 milione e mezzo nell’ultimo periodo e dunque deve tagliare o rischia di chiudere. Per i lavoratori si tratta di sei mesi con l’attuale contratto di solidarietà al 50% e poi un anno con il progressivo ricorso alla cassa integrazione all’80%  ed esuberi fino al 20% della forza lavoro nell’anno fra dicembre 2016 e dicembre 2017.

Se i lavoratori avevano bocciato l’accordo precedente appare difficile che accettino questo