Almaviva, “part-time trasferito uguale licenziato”: è quanto si legge sui cartelli di protesta esposti dai lavoratori che si sono riuniti stamani in sit-in e sciopero a Palermo davanti alla sede Almaviva di via Cordova, nel centro citta’.

I dipendenti protestano contro i 154 trasferimenti a Rende, in Calabria, effetto della imminente conclusione, stabilita per fine dicembre, della commessa Enel che riguarda complessivamente 396 lavoratori. Si tratterebbe, dunque di un primo step del processo di mobilita’ del personale. Secondo i sindacati i trasferimenti scatteranno il 24 ottobre.

Contemporaneamente al presidio, l’incontro con le Rsu convocate dall’azienda per questa mattina dalle 11. Ma il fronte dei
lavoratori e’ spaccato. Molti contestano i sindacati, accusati di non aver vigilato sufficientemente sugli sviluppi dell’accordo nazionale che a maggio aveva congelato i circa tremila esuberi, 1670 dei quali nel capoluogo siciliano. E hanno gia’ preannunciato che diserteranno la protesta: “Non crediamo piu’ agli scioperi organizzati a Palermo”, dicono con amarezza.

All’incontro con le Rsu per l’esame congiunto previsto dall’art.25 del ccnl parteciperà anche la dottoressa Pallotta, firmataria delle lettere di trasferimento dei 154 colleghi a Rende.
“Questa azione aziendale – dicono i lavoratori Almaviva – è illegittima e disumana”.

Nera, come la sorte che avvertono essergli riservata. Come la conclusione attesa dell’ennesima trattativa. Nera, senza alcuno spiraglio di luce e di colore, e’ l’immagine di copertina del gruppo Almaviva su Facebook. La battaglia in corso dopo l’annunciato trasferimento di 154 addetti di Palermo a Rende, viene condotta con sfiducia e in un’atmosfera cupa.

E oggi nel giorno dello sciopero – e dell’incontro con l’azienda – sono molti a non credere che sia possibile riaddrizzare il piano inclinato sui cui e’ stata ricollocata la vertenza. Del resto la dismissione della commessa Enel – ragione dei trasferimenti – potrebbe essere solo l’antipasto di un magro e cattivo menu’. Il documento interno dell’azienda ha indicato
criticita’ anche in riferimento a Vodafone Napoli, Telecom e soprattutto Wind.

“Quando il sindacato riprendera’ la funzione per cui e’ nato, saremo un paese migliore”, accusa Milena.
Cosi’, tra sfiducia, rassegnazione e rabbia, il fronte e’ spaccato e lo e’ anche alla protesta di oggi: numerosi hanno annunciato che lavoreranno regolarmente e che diserteranno il sit-in organizzato davanti alla sede di via Cordova. I sindacati sono stati contestati aspramente nel corso delle assemblee di ieri: “Buffoni, buffoni”, molti hanno gridato all’indirizzo delle Rsu, accusate di essere cadute nella trappola dell’accordo di maggio.

“Trasferire un lavoratore part-time, che guadagna 500/600 euro al mese- dicono i dipendenti – a 600 chilometri da casa, equivale ad obbligarlo a licenziarsi”.

Presente al sit-in anche il sindaco Orlando che ha chiesto al governo nazionale un incontro sulla vertenza Almaviva. “Il governo – ha rassicurato il sindaco – conta di comunicarci entro domani la data dell’incontro. Questo call center è troppo importante per Palermo e non possiamo permettere che i lavoratori vengano trasferiti”.

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