Nel centrodestra che cerca di compattarsi si screma la lista dei possibili candidati ma gli ‘scremati’ non ci stanno a farsi mettere da parte. O forse non lo sanno.

La lista di sette nomi scende a 3 o forse 4

I rumors all’indomani del vertice che ha, di fatto, sancito una unità di intenti fra i sei dei partiti che compongono la coalizione e una apertura ad altri partiti e movimenti ma con un passaggio che sembra assegnare ai nuovi arrivati un ruolo di secondo piano, parla di una prima scrematura fatta sui nomi. Dalla lista sarebbe stati espunti Totò Lentini, Francesco Greco e Alessandro Aricò. Ma a parte Greco, che non ha mai espresso una posizione ne ufficiale ne ufficiosa, ne Aricò ne Lentini sembrano saperne nulla

Scendono le quotazioni di Lagalla

Come si diceva anche prima del vertice scenderebbero, invece, le quotazioni di Roberto Lagalla. la sua adesione all’Udc sarebbe stata una mossa infelice. Se prima poteva essere un candidato super partes, di quelli che si buttano nell’agone alla fine della discussione per mettere d’accordo tutti, adesso invece, è il candidato di uno solo dei partiti della coalizione

Le scelte in un tavolo nazionale

Tornano, dunque, le voci di scelte da fare non a Palermo ma in un tavolo nazionale. Non che il nome si decida a Roma ma dovendo scegliere il candidato alla Regione Lazio o quello a sindaco di Genova la coalizione non può tenere conto delle indicazioni che arriveranno altrove. Palermo è pur sempre una delle maggiori città d’Italia. In untavolo nazionale, dunque, si deciderà a chi spetta il candidato di Palermo

La partita

Se in campo restano, dunque, Cascio per Forza Italia, Varchi per Fratelli d’Italia, Lagalla un po’ defilato e probabilmente Francesco Scoma per la Lega, tutto il resto dipenderà dalle scelte nazionali. Insomma candidati ‘altri’ potrebbero no avere sufficiente supporto dai partiti per andare a segno e la partita tornerebbe ad essere fra i due Francesco (Cascio e Scoma)

I conti senza l’oste

Ma la coalizione sembra continuare a fare i conti senza l’oste. Ci sono in campo candidature indipendenti e anche di altri aspiranti in tutte le case della coalizione. candidature che non si possono semplicemente ignorare. E poi c’è Cantiere Popolare, assente al Vertice ma certamente non intenzionato a mollare la presa

Il post di Saverio Romano che profuma di programma elettorale

“Discutere di candidati e di coalizioni senza parlare di un programma per la città non serve né a Palermo né ai palermitani. Confrontiamoci sulle cose da fare e su come farle. Tutto il resto è chiacchiera” scrive sui social il leader di Cantiere Popolare che bacchetta gli alleati con i quali non si è seduto per protesta. Lui candidato non è ma parla da conoscitore della città ricordandosi di essere stato ed essere ancora oggi uno dei primi detrattori del sindaco Orlando

Cinque punti

“Io inizio con cinque progetti che ritengo imprescindibili e che possono cambiare il volto e la prospettiva di Palermo. Rifiuti, Pedemontana, Porto hub, decentramento gestionale e periferie, nuovi parchi e nuovi cimiteri”.

Nel lungo post enuclea le sue idee su ciascuno dei cinque temi e poi invita all’azione. Se non è un programma da candidato sindaco, però ci somiglia molto se lo si legge per intero

Il nome che spazza tutti

Infine c’è un’ultima ipotesi. Quella che da qui a fine dicembre compaia un altro nome inatteso, quello che mette d’accordo tutti. Se ne parla da ieri sera ma il profilo non sembra calzare a nessuno e più ci si pensa meno chiaro appare un nome probabile

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