Sono 50.702 gli studenti di scuola superiore impegnati nell’anno scolastico 2015-2016 in progetti di alternanza scuola lavoro; il 47% frequenta il liceo, il 31% istituto tecnici e il 21% istituti professionali. Si prevede un incremento di oltre 2 mila unita’, il prossimo anno (+4.5%).
E’ il dato che emerge dal convegno che si e’ tenuto stamattina a Palermo, dove diversi istituti siciliani hanno presentato i risultati del progetto in via sperimentale avviato dopo l’ approvazione della normativa sull’alternanza scuola-lavoro, in presenza del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, e del sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone.
Nel corso dell’iniziativa sono state presentate le cinque esperienze piu’ significative e tra queste il progetto di Eni che a Gela ha coinvolto 200 studenti di cinque scuole superiori sui temi della green economy e delle tecnologie innovative; poi quello del Parco Archeologico “Valle dei Templi” di Agrigento, con 23 studenti del liceo classico “Hodierna” di Palma di Montechiaro che hanno svolto attivita’ di front-office e segreteria; quindi, un progetto per 150 studenti del terzo anno dell’Istituto Stenio di Termini Imerese e dell’istituto professionale D’Acquisto di Bagheria, in collaborazione con la start up innovativa In Embryos srls per lo sviluppo di nuove idee di impresa.
Soddisfatto Davide Faraone che ha spiegato: “Nelle scuole italiane l’alternanza scuola-lavoro esisteva come processo virtuoso. Noi con la legge 107 abbiamo deciso di renderlo obbligatorio e istituzionalizzarlo. L’Ufficio scolastico regionale ha stimato che nei primi due anni di alternanza scuola lavoro circa 100 mila ragazzi siciliani che frequentano il terzo anno delle superiori parteciperanno a progetti di alternanza. Ragazzi che senza la Buona Scuola non avrebbe mai fatto esperienze di orientamento di questo tipo”.
“Il fatto che in Sicilia – ha proseguito il sottosegretario – che la maggior parte siano studenti dei licei che finalmente hanno l’opportunità di lavorare nei musei e nei beni culturali è un dato importante. Perché in una terra con un tessuto industriale sfibrato possiamo investire e valorizzare il nostro patrimonio artistico e culturale, farne ricchezza in termini produttivi. E per l’alternanza scuola lavoro come governo non abbia recepito un modello che esisteva già senza fare caso al sistema sociale in cui si innestava. Abbiamo immaginato un doppio binario rispetto al modello tedesco. Una via italiana che fa dell’alternanza scuola lavoro un momento educativo e di istruzione, così come hanno mostrato i ragazzi presenti oggi all’iniziativa”.
“Nel nostro sistema – ha concluso Faraone – non c’è solo il contratto di apprendistato che sfocia in un rapporto lavorativo ma c’è la possibilità formativa per i ragazzi di uscire dal mondo molto spesso ovattato della scuola e della famiglia e formarsi anche negli enti pubblici come i musei per esempio. Siamo in ritardo purtroppo perché per anni ci siamo fatti impantanare da una ideologia perversa che osteggiava questa misura per paura che le imprese prendessero il controllo delle scuole. La legge 107 e il Jobs Act sono stati pensati e scritti nella stessa stanza. È importante per esempio insegnare agli studenti a come creare una startup, una nuova impresa. Mettere la scuola in relazione con l’impresa non significa consegnare le chiavi della scuola a Marchionne. Bisogna formare cittadini ma quei cittadini saranno anche futuri lavoratori”.
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