In un contesto di crisi aggravato dagli effetti dei cambiamenti climatici, le eccellenze dell’industria idrica italiana associate a Utilitalia (che rappresenta i gestori che forniscono i servizi idrici all’80% della popolazione) fanno squadra per mettere al servizio del Paese le proprie competenze e capacità industriali.
L’Amap è tra i firmatari del “Patto per l’Acqua”, un’iniziativa che punta a compiere ogni azione utile a sostegno di politiche nazionali di tutela ambientale e della risorsa, di resilienza delle reti e dei sistemi di approvvigionamento, per garantire ai cittadini universalità e qualità dei servizi offerti e gestioni all’altezza delle future sfide.
“Amap ha sempre creduto nella opportunità di condividere le esperienze regionali maturate in ambito progettuale e gestionale – sottolinea l’amministratore unico, Alessandro Di Martino, componente della Giunta esecutiva di Utilitalia e coordinatore della commissione Acque Reflue –. Fattore ancora più importante oggi che la nostra azienda si occupa della gestione del servizio idrico integrato di area vasta ed è chiamata a rispondere alle esigenze di oltre un milione di utenti. Il confronto nazionale consente a tutte le aziende di fare sintesi delle buone prassi. È proprio per tale motivo non è casuale che Amap sia stata tra le prime aziende ad aderire a Utilitalia. La nostra esperienza adesso è apprezzata anche in ambito nazionale proprio in virtù della progettualità che abbiamo saputo mettere in campo in questi anni, a fronte di problemi strutturali che abbiamo ereditato e che necessitano di investimenti ingenti e costanti”.
Chi sono le prime imprese ad aver siglato il Patto per l’Acqua
Le prime imprese ad aver siglato il “Patto per l’Acqua” sono: A2A, Acinque, Acqua Novara VCO, Acquedotto Lucano, Acquedotto Pugliese, Amap, Ascopiave, Gruppo Cap, CVA, Hera, Iren, MM, Nuove Acque, Publiacqua, Romagna Acque, Smat, Suez, Gruppo Tea e Viveracqua.
“Le aziende che hanno operato e reso possibile la crescita del comparto in questi anni – spiega il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – si impegnano a fare un passo avanti per garantire investimenti adeguati alle sfide del climate change e chiedono al Governo di accompagnare questo percorso, fondamentale affinché anche i territori senza gestore integrato possano crescere”.
Dal 2012 investimenti nel settore aumentati del 227%
Dal 2012 ad oggi gli investimenti nel settore sono aumentati del 227%, raggiungendo i 4 miliardi annui e i 56 euro medi per abitante. Ma il gap con la media europea di 82 euro annui per abitante (che sale fino a 100 euro nel Paesi più virtuosi) resta ampio, soprattutto nei territori nei quali non operano soggetti industriali: nelle gestioni comunali in economia, che interessano ancora 1.519 Comuni e 8 milioni di cittadini, si continuano a investire mediamente solo 8 euro l’anno.
I quattro punti cardini del Patto per l’acqua
In questo quadro, Utilitalia e le aziende associate evidenziano che, per poter dispiegare la piena efficacia del Patto, all’impegno delle imprese vanno affiancate 4 azioni di riforma tese alla riduzione della frammentazione, all’introduzione di parametri di verifica gestionale, al consolidamento industriale del settore e a un approccio integrato tra i diversi usi dell’acqua.
1) Superare le gestioni in economia
- Completare l’immediato trasferimento delle funzioni alle Regioni e garantire il mantenimento delle stesse per tutta la durata dell’affidamento.
- Le Imprese si impegnano a intervenire a supporto dei territori ancora non gestiti a livello industriale.
2) Rafforzare le capacità gestionali
- Introdurre un chiaro processo di verifica periodica della qualità e dell’efficienza della gestione e della capacità di finanziamento e di realizzazione degli interventi, sulla base dei parametri ARERA.
- Le Imprese si impegnano a mettere le proprie competenze a disposizione di enti e gestori per garantire ai cittadini servizi di qualità.
3) Favorire le aggregazioni
- Facilitare i processi di aggregazione tra aziende mettendo al centro la gestione ottimale della risorsa idrica.
- Le imprese si impegnano a consolidare le capacità industriali e gestionali per elevare il complessivo livello di investimenti e di qualità del servizio.
4) Sostenere un approccio integrato
- Abilitare la gestione industriale delle Imprese del SII, in coordinamento con gli altri settori, fino alle infrastrutture a servizio dei diversi usi della risorsa, da quello agricolo a quello dell’industria.
- Le Imprese si impegnano a realizzare e rafforzare le infrastrutture necessarie al riuso delle acque, alla gestione sostenibile delle acque meteoriche, al recupero di energia e di materia, al drenaggio urbano e agli invasi ad uso plurimo.
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