A giudizio i 28 coinvolti nell’operazione sui falsi biglietti dell’Amat, la società che a Palermo gestisce il servizio di trasporto pubblico urbano. Secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia in 19 vanno a giudizio, 3 con il rito abbreviato e 16 invece con quello ordinario. Altri 9 invece hanno scelto di patteggiare la pena davanti al Gup di Palermo Maria Cristina Sala ad un anno e mezzo.

Il patteggiamento

Ad aver chiesto il patteggiamento, sempre sulla base di quanto riporta il Giornale di Sicilia, sono stati Cristina Arnetta, Lorenzo Cricchio, Rosaria D’Agostaro, Gaetano Falconieri, Giovanni Federico, Maria Papa, Giacomo Raro, Vincenzo Riccardo e Marco Ventimiglia.

L’operazione

La guardia di finanza scoprì la presunta truffa nel 2018, sequestrando quasi 5.000 biglietti contraffatti dell’Amat appena stampati per autobus e tram. Le fiamme gialle erano da tempo sulle tracce di un bagherese, Maurizio Campagna di 54 anni, sospettato di dedicarsi alla stampa di falsi titoli di viaggio da utilizzare sui mezzi pubblici di Palermo. Le indagini hanno fatto convergere l’attenzione su un locale e quando l’idea che all’interno fossero in corso operazioni di stampa ha trovato riscontro, è scattato il blitz che ha permesso di sorprendere il “tipografo” in piena attività, intento cioè alla produzione e al confezionamento in blocchetti dei falsi titoli di viaggio dell’impresa di trasporto palermitana. Il falsario venne denunciato a piede libero per il delitto di “falsificazione di biglietti di pubbliche imprese di trasporto” e i falsi titoli sono stati sequestrati, così come computer, pen drive, stampanti laser a colori, altri macchinari da tipografia ed altra documentazione, ora al vaglio investigativo.

Pure il furto di energia elettrica

Nel corso della perquisizione della tipografia, i finanzieri hanno anche accertato come per far funzionare i macchinari ci fosse un allaccio abusivo alla linea elettrica principale di E-distribuzione, i cui collegamenti erano stati abilmente nascosti causando un danno per la società di distribuzione elettrica stimato in circa 44 mila euro. Pertanto, il “tipografo” venne anche arrestato in flagranza per “furto aggravato di energia elettrica”.

Un “sodalizio ben strutturato”

Secondo quanto emerso dalle indagini vi era l’esistenza di un sodalizio ben strutturato dedito alla falsificazione e successiva commercializzazione di titoli Amat contraffatti. Già l’anno prima dell’operazione alla tipografia, quindi nel 2017, era stata segnalata all’autorità giudiziaria un’organizzazione composta da svariati soggetti. Scattarono poi perquisizioni in edicole ed altre attività commerciali, dove vi era lo smercio di biglietti e ticket per il parcheggio falsi. Ad essere stati rivenuti altri 200 biglietti per tram e autobus contraffatti e oltre 11.000 schede parcheggio, anch’esse abilmente alterate.

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