Torna lo spettro di un nuovo sciopero in casa Amat. Dopo le proteste dell’8 gennaio, del 21 febbraio e dell’8 aprile, i sindacalisti dell’azienda di via Roccazzo hanno riavviato la vertenza attraverso i tentativi di conciliazione. Passaggio burocratico richiesto dalla Commissione di Garanzia del Ministero dell’Interno a fine aprile e al quale i lavoratori della società Partecipata del Comune si sono adeguati. Due i tentativi di conciliazione da effettuare. Il primo è ufficialmente andato a vuoto. Come è noto, la riunione prevista per il 9 maggio in azienda fra il management e i sindacati di Amat è saltata ed è stata rinviata a data da destinarsi. Ad oggi infatti non ci sarebbero le condizioni per discutere del mancato rinnovo degli accordi di secondo livello.

Le richieste dei sindacat di Amat

I sindacati di Amat chiedono infatti “il passaggio a Full-Time di tutti i lavoratori Amat ancora a Part-Time; l’istituzione di un buono pasto giornaliero di €.7,00 ; la revisione indennità di funzioni dei dipendenti di Area 1 e 2 della declaratoria del CCNL; l’istituzione “super-bonus” giornaliero per gli operatori di esercizio che svolgono effettivamente proprie mansioni; l’stituzione “super-bonus” giornaliero operatori di officina effettivamente occupati per la manutenzione e il recupero dei bus; la riattivazione e rimodulazione del premio “evitati sinistri”. Tutte richieste al vaglio degli uffici da mesi ma sulle quali non si sono registrati progressi.

Comune ed azienda distanti su corrispettivo

Anzi, al momento l’attenzione sembra spostata sui rapporti fra azienda e Comune di Palermo. Le parti si sono incontrate il 6 maggio negli uffici di via Roccazzo. Presenti sia il presidente di Amat Giuseppe Mistretta che l’assessore al Bilancio Brigida Alaimo. Il confronto è andato avanti per un paio d’ore ma le posizioni sono rimaste distanti. In particolare, a tenere lontane le parti sono le diversità di vedute relativo al corrispettivo che il Comune versa all’azienda. L’esponente della Giunta di Roberto Lagalla sarebbe tornata a chiedere una decurtazione del 10% del corrispettivo da versare ad Amat per lo svolgimento del servizio di trasporto pubblico. Una cifra che attualmente si attesta intorno agli 11,3 milioni di euro e che dovrebbe scendere intorno ai 10,2 milioni di euro. A prevederlo sono le rigide regole imposte proprio dal piano di riequilibrio. Ma Amat non ha ancora firmato tali accordi, attirando i rimproveri del ragioniere generale del Comune di Palermo Bohuslav Basile.

Rinviata riunione con i lavoratori Amat

Fatto che avrebbe portato l’azienda a rinviare anche la riunione con i sindacati. Dai rappresentanti dei lavoratori è arrivata subito la replica. In una nota inviata al Comune, all’azienda e alla Prefettura, i sindacati hanno rinnovato la propria posizione sulla vertenza in corso. “Prima per le vie brevi e poi con comunicazione a mezzo pec, la direzione di Amat comunicava, esclusivamente alle organizzazioni sindacali, il rinvio “sine die” dell’incontro già programmato non adducendo, peraltro, alcuna motivazione”.

Conclusa negativamente prima fase di conciliazione

“Essendo pertanto trascorsi i giorni necessari per ottemperare al primo tentativo di conciliazione – aggiungono i sindacati di Amat -, nel rimarcare irresponsabilità da parte aziendale a rinviare a data da destinarsi e senza alcuna giustificazione, mostrando tra l’altro una scarsa propensione a tenere corrette relazioni industriali con le parti sociali, ai sensi di legge si ritiene pertanto concluso e negativamente il primo tentativo di conciliazione. In ragione di ciò, considerati infruttuosi ogni altro tentativo conciliativo anche in sede comunale, si chiede attivare un secondo tentativo di conciliazione in sede prefettizia“. Se anche questo tentativo dovessere andare male, tornerebbe a farsi strada lo spettro di una quarta giornata di sciopero. Un’eventualità che Amat vuole assolutamente evitare.

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