A Giardinello, nel palermitano, i candidati sindaco che si sfideranno saranno due ex alleati. Da una parte l’uscente Antonio De Luca, in carica dal 2017, dall’altra Giovanni Geloso, già sindaco di Giardinello anche se per un breve periodo interrotto dallo scioglimento per infiltrazioni mafiose. I due sono stati alleati ad inizio legislatura: Geloso contribuì in buona sostanza all’elezione di De Luca, poi però nel giro di 3 anni il rapporto si è sfaldato ed è culminato anche con una crisi politico-amministrativa. Oggi sono l’uno contro l’altro.

Le liste

Antonio De Luca si è presentato con la lista civica “Impegno e continuità per Giardinello”. Giovanni Geloso invece ha depositato la lista “Uniti per Giardinello Idee e Coraggio”. I due schieramenti si sono ampiamente battibeccati in questi ultimi mesi e da una parte e dall’altra sono volati gli stracci, con accuse reciproche di strumentalizzazioni e polemiche pretestuose. De Luca ha soprattutto difeso la sua attività amministrativa, minata dalle continue critiche.

I due candidati a confronto

“Ho deciso di ricandidarmi per due motivi – ha dichiarato il sindaco uscente De Luca -:  il primo, per portare a termine tutto quello che ho iniziato; il secondo, perché ho avuto la percezione che la gente mi stimi e che quindi la mia ricandidatura potesse essere accettata e condivisa”. “Forte della esperienza maturata nei tantissimi anni di attività politica e con qualche cicatrice degna di ogni incarico prestigioso – ha invece evidenziato Geloso -, ho la piena percezione della necessità di tutelare il paese e la cittadinanza tutta e coltivo un sogno, quello di aggiungere altri risultati a quelli raggiunti quando abbiamo avuto la possibilità di amministrare il Comune e, perché no, completare il percorso a suo tempo iniziato”.

Lo scioglimento

Geloso fa riferimento alla sua passata esperienza da primo cittadino, troncata dallo scioglimento per infiltrazioni mafiose. Fu sindaco dal 2012 e sino al 2014, quando per l’appunto avvenne lo scioglimento degli organici politico-amministrativi. Successivamente fu anche tra gli “incandidabili” insieme agli allora assessore Andrea Caruso e consiglieri comunali Vito Di Napoli e Giacomo Caruso. Geloso ha “scontato” i 5 anni di incandidabilità e adesso è tornato in pista. Una legislatura tormentata la sua: lo scioglimento infatti, in seguito ad ricorso, fu prima annullato dal Tar e successivamente riconfermato dal Consiglio di Stato. Geloso fu accusato di aver intrattenuto rapporti con Giuseppe Abbate, ritenuto il boss del paese. Lui però ha sempre respinto questa accusa evidenziando che quello che veniva definito “boss del paese” all’epoca era un incensurato.

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