Un piano straordinario di videosorveglianza e un sostegno alle imprese confiscate alla mafia. Si muoverà su due binari il nuovo programma di contrasto alla criminalità organizzata della commissione parlamentare Antimafia all’Ars: una misura di 4 milioni di euro per il rilancio delle aziende siciliane e un’altra di 15 milioni  per i Comuni sprovvisti di sistemi di controllo.

“La sicurezza urbana rappresenta uno degli strumenti fondamentali per il contrasto alla criminalità. Spesso, infatti, dietro i fenomeni di violenza urbana si nascondono interessi e gestioni criminali da parte delle famiglie mafiose che controllano porzioni di territorio –  spiega Antonello Cracolici, presidente della commissione Antimafia – abbiamo inoltre voluto lanciare un messaggio forte sul tema del riuso e del riutilizzo sociale delle imprese confiscate alla criminalità organizzata”.

Il rilancio delle imprese

Sostenere le imprese sottoposte alla confisca è uno dei obiettivi posti dalla commissione per evitare conseguenze negative per i lavoratori e il territorio. La Regione siciliana ha deciso di intervenire con un fondo di 4 milioni erogato attraverso l’Irfis.

“Oggi, purtroppo, circa il 98% di queste aziende finisce in liquidazione o in fallimento, ma alcune realtà possono essere recuperate, ad esempio attraverso l’affidamento agli stessi lavoratori. Ci sono già esempi positivi che dimostrano come ciò sia possibile – sottolinea Cracolici – dalle esperienze condivise con queste realtà abbiamo compreso quali siano le principali difficoltà nel rilancio delle imprese confiscate. Per questo, con una misura da 4 milioni di euro, abbiamo deciso di favorire l’accesso al credito agevolato, in particolare per le attività legate all’agricoltura sociale, così da garantire nuove opportunità di sviluppo e legalità”.

L’obiettivo è chiaro: garantire continuità lavorativa, restituire credibilità al sistema economico legale e dimostrare che la mafia toglie posti di lavoro mentre lo Stato li tutela e li rilancia.

Più sicurezza nei territori di oltre 100 comuni siciliani

Per arginare l’azione della criminalità organizzata, o coglierli sul fatto, è fondamentale che i Comuni siciliani abbiano un impianto di videosorveglianza che possa fare da deterrente alle attività. Il secondo intervento nasce dal confronto diretto con i sindaci: un piano da 15 milioni di euro per dotare di sistemi di videosorveglianza gli oltre 100 Comuni che ancora ne sono privi.

La mancanza di strumenti di controllo tecnologico ha spesso reso difficile non solo la prevenzione, ma anche la risoluzione rapida dei casi di criminalità comune e mafiosa.

“È la prima volta in Italia che un intervento di questo tipo viene promosso da una Regione: un segnale concreto che la lotta alla mafia si combatte non solo quando il fenomeno si manifesta, ma anche attraverso la prevenzione”, conclude.

Ad Ottobre ad Agrigento e Palermo

Cracolici si sofferma poi sulle attività svolte dalla commissione in tempi recenti e su quelle ancora da svolgere: dopo i sopralluoghi a Catania e Trapani, racconta, “saremo ad Agrigento nei primi giorni di ottobre e a Palermo nella seconda metà del mese, per concludere il secondo giro che abbiamo fatto insieme a prefetti, delegati all’ordine e alla sicurezza, magistrati e sindaci. Abbiamo sollecitato sindaci e Comuni a non girarsi dall’altra parte rispetto al tema della lotta alla criminalità: quello che ci preoccupa è, in una fase di silenzio generalizzato, il rischio di un rafforzamento delle armi che girano e che vengono accumulate in questo momento in Sicilia”