Pensa già ad una mozione di sfiducia al governo della Regione ed all’ipotesi di tornare alle urne il deputato regionale Ismaele La Vardera che coglie al volo le prime notizie dell’inchiesta che su appalti truccati in sanità, un vero e proprio terremoto nella politica siciliana.

La Vardera pensa già alla sfiducia

“Quanto emerso stamattina dalla stampa lascia spazio a un quadro macabro e pericoloso della cosa pubblica. Sia chiaro, siamo garantisti e sicuri che procura e istituzioni faranno del loro meglio per portare alla luce la verità. Ma davanti a quanto emerso oggi su Cuffaro, Romano e tanti altri della Dc, Schifani non può di certo restare a guardare, il presidente della Regione deve necessariamente tutelare l’immagine della Sicilia e usare il pugno duro”.

Non si può aspettare un verdetto, per La Vardera l’inchiesta è sufficiente

“Non ci può essere spazio per l’attesa di un verdetto, deve immediatamente intervenire mettendo alla porta la Dc e togliendola dalla sua giunta. Non è immaginabile che continuino a governare l’Isola con questi presupposti”.

L’opposizione presenti mozione di sfiducia

“Per questa ragione ho già chiesto a tutta l’opposizione di presentare insieme, già oggi, una mozione urgente di sfiducia. È il momento che questo governo vada a casa” sostiene il deputato regionale e leader di Controcorrente, Ismaele La Vardera.

5stelle “Tempo di staccare la spina”

“Le notizie della richiesta di arresto per Cuffaro e Pace, assieme a importanti esponenti della sanità siciliana, rappresentano l’ennesimo, durissimo colpo alla credibilità del governo Schifani, già messa a dura prova dalle recenti indagini che coinvolgono due suoi assessori, Sammartino e Amata, e il presidente dell’Ars Galvagno, cioè rappresentanti di partiti che sono importantissimi azionisti del suo esecutivo. Crediamo pertanto che sia arrivato il momento per il presidente della Regione di togliere la spina a un esecutivo che, finora, non ha prodotto risultati apprezzabili per i siciliani, per avere affossato definitivamente la sanità e per avere litigato senza soluzione di continuità per la spartizione delle poltrone che contano”  affermano il coordinatore regionale del M5S e vicepresidente dell’Ars, Nuccio Di Paola, e il capogruppo 5 Stelle all’Ars, Antonio De Luca, unitamente alla deputazione nazionale del Movimento.

“Siamo perfettamente consapevoli – concludono – che non siamo in presenza di una sentenza, ma crediamo comunque che le tante, troppe ombre che avvolgono il governo Schifani, ormai delegittimato, non ci permettano di aspettare il normale corso delle indagini mentre queste notizie scavano un baratro tra la gente e le istituzioni”.

Calenda: “Necessario commissariare la Sicilia”

“Questa è l’immagine plastica della classe dirigente siciliana che continua a bloccare la regione: stessi nomi, stessi metodi, stessa impunità morale” dice il leader di Azione Carlo Calenda.

“È una questione etica e culturale prima che giudiziaria. Finché continueremo a considerare “normale” che certi personaggi, che tra l’altro erano già stati arrestati e condannati per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra, facciano politica, non cambierà mai nulla. Eppure questo sistema opprimente non è invincibile. Firma e fai firmare per sciogliere la Regione siciliana e commissariarla. Agiamo insieme, ora! Chiediamo giustizia, dignità e uguaglianza per la Sicilia e per l’Italia intera”.

Catanzaro (Pd) “Tornati in una palude politica”

“Che si fosse tornati ad una condizione paludosa lo avevamo detto da tempo. La notizia di questa nuova indagine su politica e appalti è inquietante, si ha la sensazione che il tempo non abbia insegnato nulla. Continuiamo a dire che la sanità deve servire a garantire ai cittadini il diritto alla salute, nel governo Schifani la utilizzano per garantirsi il diritto alle poltrone”. Lo dice Michele Catanzaro capogruppo del Pd all’Ars a proposito dell’inchiesta della Procura di Palermo che coinvolge tra tra gli altri l’ex presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro, il capogruppo della Dc all’Ars Carmelo Pace e il parlamentare di Noi Moderati Saverio Romano.

“Naturalmente – aggiunge Catanzaro- aspettiamo di conoscere gli sviluppi ribadendo il pieno sostegno nell’operato della magistratura, quel che è certo è che fino a quando la politica non riuscirà a rompere ogni contatto con il mondo degli appalti, la Sicilia è destinata a leggere altre notizie come quella di oggi”.

Le repliche di Cuffaro e Romano

I due principali esponenti politici hanno già diffuso le loro repliche. Romano lo ha fattpo con un video sui social nel quale si dice totalmente estraneo e pronto a parlare con il Gip ma sottolinea con amarezza come “i danno è fatto” visto che la vicenda è sui giornali prima ancora che lui stesso ne abbia contezza.

“Ho fornito ai carabinieri la massima collaborazione e sono sereno, rispetto ai fatti che mi sono stati contestati, per alcuni dei quali non conosco né le vicende né le persone. Sono fiducioso nel lavoro degli organi inquirenti e pronto a chiarire la mia posizione” dice Cuffaro confermando la notifica dell’avviso e la perquisizione a casa sua.