Aron è morto. Il pitbull dato alle fiamme in vita mentre era legato ad un palo non ce l’ha fatta nonostante le cure.

E’ accaduto la sera del 9 gennaio dirimpetto alla chiesa di Santa Maria del Monserrato, a pochi metri da uno degli ingressi del Giardino Inglese. L’allarme è scattato attorno alle 21.30, quando passanti e residenti hanno visto l’animale avvolto dalle fiamme e hanno chiamato la polizia. Un uomo identificato come l’autore dell’assurdo gesto è stat denunciato.

Ad appiccare il fuoco è stato un uomo conosciuto come ‘lo spadaccino’ che dalla vigilia di Natale ha occupato abusivamente lo spazio che un tempo fu l’ingresso di Villa Deliella. L’area era stata destinata successivamente a un parcheggio e un lavaggio. Ma da anni è in abbandono nonostante un progetto di riqualificazione per la costruzione di un museo del liberty.

Il cane risultava suo

L’uomo è stato solo denunciato per crudeltà contro gli animali ma il cane risultava essere suo e dunque per legge può scattare altro provvedimento oltre la denuncia ma questo ha fatto infuriari gli animalisti.

nei giorni successivi c’è stato il caos nella zona del giardino Inglese di Palermo. Una vera e propria caccia all’uomo che ha più volte rischiato di essere linciato. Nel parco intitolato a Piersanti Mattarella si era nascosto tra le giostrine proprio l’uomo  denunciato per avere dato fuoco ad un cane due notti prima in via delle Croci. Lo hanno trovato gli animalisti che hanno iniziato ad inveire contro l’uomo in modo minaccioso e violento. In suo soccorso sono intervenuti i carabinieri che hanno evitato che venisse linciato.

Il sindaco Lagalla

“La speranza di questi giorni si è spenta stanotte con la terribile notizia della morte di Aron, il cane bruciato vivo martedì scorso. Non ci sono parole per descrivere un gesto totalmente folle provocato da una singola persona, se non esprimere la piena condanna e l’assoluta intollerabilità verso qualsiasi maltrattamento nei confronti di un animale. Per tali ragioni, il Comune è pronto a costituirsi parte civile in questa drammatica vicenda. Grazie all’azione di attivisti e associazioni, oggi la sensibilità nei confronti degli animali è diversa rispetto al passato e voglio sottolineare l’impegno di chi si è prodigato per soccorrere e curare Aron, esempi da tenere a mente anche da parte delle istituzioni che devono proseguire lo sforzo a tutela degli animali”.

Oggi animalisti di nuovo in piazza

E dopo la morte del cane oggi pomeriggio alle 14,30 animalisti di nuovo in piazza nella zona di piazza Crocia. L’area di Villa deliella è stata sgomberata e murata dunque non dovrebbe esserci neanche lui, l’uomo responsabile del gesto dell’orrore. Ma si temono comunque disordini

Petizione per chiedere giustizia

Oltre 40mila firme in 48 ore. Ed i numeri sono in continuo aggiornamento. Questo il risultato di due petizioni online lanciate il 10 gennaio da Debora Affatigato che chiede giustizia per il pitbull bruciato vito in via delle Croci a Palermo e l’11 gennaio dall’associazione Uniti per Salvarli Odv.

Appello diventato virale

Il primo appello su Change.org è diventato virale in pochissimo tempo; nel frattempo, come già accennato, nella giornata di ieri, è stata lanciata un’altra petizione da parte dell’associazione “Uniti per salvarli O.D.V.”, che chiede una revisione delle leggi in materia di protezione degli animali.

Il totale delle due petizioni porta quindi le firme a sfiorare le 40mila adesioni. Con numeri in continua evoluzione. Una mobilitazione online straordinaria che dimostra la sensibilità dei cittadini – siciliani e non solo – sul tema.

La petizione del 9 gennaio

“Nella petizione di 9 gennaio a Palermo un uomo ha deciso di compiere un atto ignobile nei confronti del suo cane”, si legge nella petizione di Affogato. “L’animale è stato legato e bruciato vivo ad un palo in centro, in via delle Croci, nei pressi della chiesa di Santa Maria del Monserrato. Non possiamo restare indifferenti di fronte a tanta atrocità, ci sono testimoni che hanno visto ciò che accadeva e l’uomo si racconta, sia stato rilasciato. È un vero e proprio atto Criminale. Voltarsi ed ignorare vorrebbe dire restare silenti complici. Vi chiedo di unirvi e di firmare questa petizione in quanto chi ha commesso questa atrocità, sia indirizzato agli organi competenti”.

La petizione degli animalisti

Questo invece quanto si legge nella descrizione della petizione Uniti per Salvarli Odv. Oltre al fatto di cronaca appare questo messaggio: “Firma questa petizione per dimostrare il tuo sostegno a una legislazione più severa contro la crudeltà verso gli animali. La tua firma rappresenta una voce collettiva che chiede giustizia e protezione per gli animali vulnerabili. Il nostro obiettivo: Raccogliere un numero significativo di firme per portare questa petizione all’attenzione delle autorità competenti, affinché si adottino misure concrete contro la crudeltà verso gli animali e si garantisca che giustizia sia fatta per il cane maltrattato a Palermo. Unisciti a noi per difendere chi non può difendersi da solo. Firma ora per chiedere giustizia e porre fine a tali atti di crudeltà!”

I commenti dei firmatari

Tra i commenti dei firmatari della due petizioni, le ragioni di chi ha sottoscritto gli appelli: “Non è possibile tollerare simili atrocità su esseri indifesi come gli animali. Chi fa questo è un mostro pericoloso per tutta la società. Domani potrà fare lo stesso ad altri indifesi, bambini, anziani, donne, insomma a chiunque. Servono pene severe”, scrive Viviana C..

Ed ancora ”La violenza contro gli animali è come quella contro le persone. Gravi punizioni a chi la commette!” (Silvia P.). ”Firmo perché anche la vita di un animale deve essere rispettata”, è il commento di un altro utente.

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