I carabinieri del Ros hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di Laura Bonafede l’insegnante finita nell’inchiesta sui fiancheggiatori di Mattero Messina Denaro.

L’inchiesta è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dal pm della Dda Gianluca de Leo.

Le accuse

L’insegnante è indagata  per favoreggiamento personale e procurata inosservanza di pena, reati aggravati per avere agevolato cosa nostra.

Laura Bonafede, già venuta fuori nel corso delle indagini sulla latitanza del padrino e immortalata dalle videocamere mentre parlava col boss al supermercato di Campobello due giorni prima del suo arresto, avrebbe provveduto alle necessità di vita quotidiana del latitante, gli avrebbe fatto la spesa per fargli avere rifornimenti temendo che potesse essere contagiato dal Covid e non potesse uscire, avrebbe condiviso con lui un linguaggio cifrato per tutelare l’identità di altri protagonisti della rete di protezione del boss e curato con maniacale attenzione la sua sicurezza.

La maestra sarebbe stata, dunque, uno dei perni intorno al quale ha ruotato la clandestinità di Messina Denaro già a partire dalla metà degli anni ’90. Cugina del geometra Andrea Bonafede che ha prestato l’identità al boss, cugina del dipendente comunale, anche lui di nome Andrea Bonafede, che ha provveduto a fargli avere le ricette mediche necessarie alle terapie da affrontare per le cure del cancro, e di Emanuele Bonafede, uno dei vivandieri del padrino arrestato insieme alla moglie, la maestra è sposata con il mafioso ergastolano Salvatore Gentile, in cella per aver commesso due efferati omicidi su ordine proprio di Messina Denaro.

La rete di fiancheggiatori

L’operazione costituisce prosecuzione dell’indagine che lo scorso 16 gennaio ha consentito al Ros di catturare a Palermo il latitante Matteo Messina Denaro e arrestate in flagranza di reato, Giovanni Salvatore Luppino per procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose; Andrea Bonafede cl. 63 per partecipazione ad associazione mafiosa; il medico Alfonso Tumbarello per concorso esterno in associazione mafiosa ed altri reati pure aggravati dalle modalità mafiose; Andrea Bonafede cl. 69 per procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose; Rosalia Messina Denaro, sorella di Matteo, per partecipazione ad associazione mafiosa; ed Emanuele Bonafede e Lorena Ninfa Lanceri, per procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose.

Sono attualmente in corso numerose perquisizioni nella provincia di Trapani.

L’insegnante sospesa

Laura Bonafede, l’insegnante indagata nell’ambito dell’inchiesta sui fiancheggiatori del capo di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro, arrestato lo scorso 16 gennaio a Palermo, è stata sospesa dalla scuola Capuana-Pardo di Castelvetrano per 10 giorni.

Il provvedimento disciplinare è stato adottato dalla preside Vania Stallone, “in considerazione della vasta eco mediatica suscitata dal presunto legame dell’insegnante con il boss mafioso Matteo Messina Denaro e al fine di tutelare l’immagine della scuola e di garantire il sereno svolgimento dell’attività scolastica”, ha spiegato il dirigente scolastico.

La sospensione è stata ratificata dal direttore regionale dell’Ufficio scolastico, Giuseppe Pierro. “Attendo da parte dell’autorità giudiziaria la documentazione sulla posizione giudiziaria dell’insegnante per così poter avviare il provvedimento disciplinare”, ha detto all’Ansa. La maestra Laura Bonafede, figlia del boss defunto Leonardo, è indagata dalla Dda di Palermo. La donna si è incontrata al supermercato con Matteo Messina Denaro quando era latitante e tra le lettere e i “pizzini” risulta una fitta corrispondenza tra i due. In una missiva scritta all’allora latitante, Laura Bonafede non nascondeva di essere gelosa di un rapporto tra il boss e un’altra donna.

La dirigente scolastica , “Non voglio più l’insegnante nella mia scuola”

La dirigente scolastica dell’istituto, Vania Stallone, che se in un primo momento aveva preferito non esprimersi, adesso ha rilasciato una forte dichiarazione: “Non voglio più l’insegnante Laura Bonafede nel corpo docente della mia scuola. Sino al giorno in cui l’autorità giudiziaria ha reso pubbliche la foto dell’incontro con Matteo Messina Denaro al supermercato e il contenuto delle lettere tra i due, la signora Bonafede era una docente che nulla aveva mai fatto trapelare sul luogo di lavoro. Nessun comportamento sospetto. Ma quando abbiamo visto e saputo dei contatti con Messina Denaro siamo rimasti tutti a bocca aperta”.

E conclude: “In questo Istituto la trasparenza è massima e ogni giorno il rispetto delle regole è praticato in ogni ambito. Chi sta con un piede nella legalità e l’altro nell’illegalità dentro la nostra scuola non può trovare posto. A nome di tutta la comunità scolastica che rappresento, esprimo ferma condanna nei confronti della docente Laura Bonafede”.

La posizione di Pierro (Usr Sicilia)

Il direttore dell’Ufficio Scolastico siciliano si è detto pronto ad agire in caso di coinvolgimento della maestra negli affari del boss: “Ho scritto agli inquirenti che stanno indagando sulla maestra. Siamo di attesa di acquisire ulteriori informazioni e di conoscere la posizione giuridica dell’insegnante”, ha esordito. “Non esiteremo a prendere provvedimenti nei confronti della Bonafede se la sua posizione dovesse essere in contrasto con la giustizia”, ha aggiunto.

 

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