Si preannuncia molto caldo il clima a Palazzo dei Normanni dove si discuterà dei 200 milioni frutto dell’accordo tra il Governo Schifani ed Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti al centro di uno scontro con l’opposizione. Il primo passo sarà l’approvazione, in Commissione Bilancio, del ddl legato a quel tesoretto concesso a Schifani che serviranno a mettere una pezza sulla sanità siciliana. Il passaggio successivo sarà la discussione in aula che dovrebbe avvenire nella giornata di domani ma si preannunciano scintille non solo con i fedelissimi di De Luca ma anche con l’ala di Forza Italia legata a Micciché, e poi Pd e M5S.

L’accordo Stato Regione

Questi duecento milioni sono indicati come una forma di “ristoro” per gli svantaggi finanziari che la Sicilia è stata costretta a subire per la mancata attuazione di alcune ‘partite’ statutarie. L’accordo prevede anche l’impegno del Mef a garantire alla Regione 650 milioni di euro a regime, a partire dal 2023, per sanare la “vertenza” riguardo al mancato versamento da parte dello Stato di una parte delle accise petrolifere come compensazione per l’aumento della compartecipazione della Regione alla spesa sanitaria, che nel 2007 fa passò dal 44,8 al 49,11 per cento.

Sammartino: “Svolta per il bilancio della Regione”

Per il vice presidente della Regione, Luca Sammartino, “l’accordo con lo Stato rappresenta una svolta per il bilancio della Regione”. Si vedrà il prossimo anno in che forma il governo Meloni assegnerà alla Regione i 650 milioni.

Cateno De Luca non ci crede

Ma l’esponente di Sicilia Vera Cateno De Luca non ci crede “Mentre taluni esponenti fantasticano e magnificano un ipotetico accordo con il MEF, l’unico dato certo, formalmente non ancora definitivo (in attesa del Senato), è quello contenuto nella legge di bilancio: 200 milioni nel 2022 (emendamento del governo all’art. 38) e una ipotesi di rientro dal deficit in dieci anni contenuta nell’art. 146 della stessa legge approvata stamattina alla Camera. In quest’ultima norma si prevedono anche i sacrifici che i siciliani dovranno fare per la contrazione della spesa regionale derivante dal rispetto di tali impegni. Il resto è propaganda per tentare di vendere come salvifico un accordo al ribasso per non dire autolesionista” sostiene.