A poche settimane dal proprio insediamento, arriva la prima mozione di sfiducia per il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. Si chiude così l’anno 2022 per il governatore, impegnato con una trattativa instaurata con Roma per riuscire a far quadrare i conti della Regione.

Le accuse a Schifani dai deputati di De Luca

I gruppi parlamentari Sud chiama Nord e Sicilia Vera hanno presentato la mozione di sfiducia a Schifani “per aver svenduto la Sicilia agli interessi unilaterali dello Stato Italiano“. I deputati De Luca, Lombardo, Sciotto, Balsamo, De Leo, Geraci, La Vardera e Vasta hanno sottoscritto la mozione di sfiducia “evidenziando le gravi responsabilità del presidente Schifani nell’ambito dell’accordo Stato-Regione. – affermano – Ancora una volta, come ribadito ieri in commissione bilancio da Cateno De Luca, sotto accusa la scelta del Governo regionale di accettare in via forfetaria e a titolo definitivo, la somma di 200 milioni di euro per l’anno 2022″.

“Accordo senza delibera di giunta”

Come denunciato dai deputati vicini a De Luca, inoltre, a decorrere dall’anno 2023 lo Stato si impegna a individuare una soluzione al fine di concorrere progressivamente all’onere derivante dall’innalzamento della quota di compartecipazione regionale alla spesa sanitaria dal 42,50% al 49,11%. “Si tratta di un accordo – evidenziano i deputati di Sud chiama Nord e Sicilia Vera, – stipulato in assenza di una delibera di giunta che ne autorizzasse la trattativa, ha disatteso l’iter previsto assumendo la connotazione di una mera trattativa privata tra Schifani e Giorgetti.

“Si perdono 9 miliardi per approvare il bilanzio 2023”

“Con questo accordo la Regione – sostengono – rinuncia definitivamente ad oltre 9 miliardi di euro per avere da parte dello Stato appena 200 milioni di euro e appare evidente che questa erogazione venga effettuata una tantum soltanto per consentire al presidente Schifani di approvare il bilancio della Regione dell’anno 2023 e per tamponare la vicenda relativa alla sentenza della Corte dei conti del 3 dicembre 2022 sulla parifica del rendiconto 2020.”

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