Lo scultore italiano di fama internazionale Jago, su invito della Fondazione Federico II, porterà a Palermo la sua opera chiamata Look Down. Si tratta di un bambino di marmo bianco, rannicchiato in posizione fetale. L’opera sarà installata a Palazzo Reale, nel cortile Maqueda.

Un invito contro l’indifferenza

Look Down è un invito a “guardare in basso”, in antitesi all’indifferenza. Prima di approdare a Palermo, l’opera è stata esposta a Napoli, nel deserto di Al Haniyah a Fujairah (Emirati Arabi Uniti) ed a Roma.

Jago sarà presente all’inaugurazione

L’artista Jago parteciperà all’anteprima riservata alla stampa in programma il 16 febbraio alle 10.30 a Palazzo Reale ed anche all’inaugurazione serale annunciata per le 18.

Saranno presenti anche il presidente dell’Ars e della Fondazione Federico II, Gaetano Galvagno e il direttore generale della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso.

Jago fonda la sua ricerca artistica nelle tecniche tradizionali e affronta temi sociali. Riesce a imprimere una straordinaria umanità alle sue opere. In questo caso espone in un luogo che è Patrimonio mondiale dell’Umanità.

Prenotazioni online

Per partecipare all’opening serale del 16 febbraio, il pubblico dovrà prenotare on line fino ad esaurimento posti su www.jagopalazzoreale.it cliccando sulla voce “prenota ora”.

L’installazione è organizzata dalla Fondazione Federico II in collaborazione col Comune di Palermo.

Chi è Jacopo Cardillo, in arte Jago

A 24 anni è stato selezionato da Vittorio Sgarbi per partecipare alla 54a edizione della Biennale di Venezia, dove ha esposto il busto in marmo di Papa Benedetto XVI, che gli è valso la Medaglia Pontificia. Quando il Papa nel 2013 annunciò le sue dimissioni, l’opera fu spogliata degli abiti papali prendendo il nome di Habemus Hominem.

In una prima fase della sua carriera non aveva abbastanza denaro per comprare il marmo. Si recava in un fiume e recuperava dei sassi, scarto del processo di cavatura del marmo. Sono nate così le “opere all’interno dei sassi” come Scheletro, in cui mettendo tutte le fette una affianco all’altra si ricompone il sasso naturale.

Per il Guardian è il “Nuovo Michelangelo”

Il Guardian lo descrive come “il nuovo Michelangelo”, che ha riportato la scultura nel ventunesimo secolo. E le opere di Jago, che restano fedeli alle tecniche del Rinascimento italiano, dialogano davvero con il tempo che abitano. Osservano, prima di esprimere. Trattengono, prima di comunicare. Decostruiscono, prima di costruire.