A tavola tra nobili signori. Che a Palermo diventavano Gattopardi, inclini ad una retorica rispettosa di quelle che erano le arti del bien vivre. Ma anche in stretto dialogo con le aristocratiche famiglie europee i cui rampolli giungevano nel capoluogo siciliano, irrinunciabile tappa dei loro Grand Tour di conoscenza.
E proprio pescando nelle manifatture d’elite che hanno fornito per secoli vasellame e cristalleria, nasce l’originale mostra ARTInTAVOLA, a cura di Ulderico Lepreri, che si apre a Palazzo Bonocore, a Palermo, Capitale Italiana della Cultura 2018, il 30 giugno per chiudersi il 29 luglio. Luogo d’elezione, proprio uno dei palazzi settecenteschi che si affacciano sul cuore della città, quella bellissima piazza Pretoria che ospita la fontana della Vergogna giunta dritta da Firenze nel lontano 1574.
Qui, sotto le volte affrescate, da cui sorridono putti e amorini, verranno riproposte tavole imbandite con pezzi che giungono dalle collezioni settecentesche e ottocentesche di Meissen 1710, considerata “la regina della porcellana”, Herend, Wedgwood, Royal Copenaghen, Vista Alegre, Rosenthal e Rosenthal Versace, delle cristallerie Waterford che serve la Casa Reale inglese, Lalique e Daum, e dei complementi tavola, pensati da rinomati architetti sia del Novecento che di ultima generazione, realizzati da aziende leader nel settore quali Alessi, Cesa e Sambonet, fino agli interventi tutti siciliani di Ceramiche De Simone, Amlè e Giuliana Di Franco, oltre alle luminarie in miniatura di Dada Arrigoni e all’omaggio a Santa Rosalia attraverso l’arte orafa dei napoletani Ferrigno.
E come ogni manuale di bon ton prevede – la mise en place in cui ogni posto delimita piatti, bicchieri, posate, piattini – ecco anche i centrotavola: i modelli in scala dei Carri trionfali di Santa Rosalia, gli impianti scenografici che dal 1600 ad oggi, ogni anno, il 14 luglio, aprono il lungo corteo del Festino palermitano, che da celebrazione religiosa tradizionale si è trasformato nel tempo, in una vera manifestazione di spettacolo, al quale ogni anno accorrono centinaia di migliaia di spettatori.
Il progetto, l’allestimento e la curatela di ARTInTAVOLA sono firmati dall’architetto ed esteta Ulderico Lepreri, in esclusiva per I WORLD Palazzo Bonocore, che apre la sua mission di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio culturale immateriale alle più alte tradizioni artigianali europee della lavorazione del cristallo e della porcellana. La direzione artistica è affidata a Mario Zito, direttore dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, e a Stefania Bosco di Camastra; la tavola di Herend è un specifico allestimento di Ernesto Fiorentino.
La ricerca e l’allestimento dei Carri Trionfali sono dello scenografo Fabrizio Lupo: tredici di questi modellini di carri, riferiti a precedenti Festini, erano conservati al Museo di etnografia Giuseppe Pitrè e in occasione della mostra, sono stati ripristinati e, in alcuni casi, restaurati, proprio su incarico di Lepreri. Verrà sperimentato anche un particolare impianto d’illuminotecnica a led mirati – progettato su disegno dello stesso Lupo e realizzato grazie alla preziosa collaborazione dell’azienda leader del settore Egoluce – consistente in vere e proprie Aureole luminarie, che riprendono tutta la bellezza e il fascino dei mosaici arabo normanni.
Infine, un “Carro di Luce”, installazione luminosa di @melogranoblu, suddivisa in cinque quadri cromatici e composta da 100 sfere in vetro soffiato a mano, ispirata allo storico carro trionfale di Santa Rosalia.
LA MOSTRA
Dai settecenteschi convivi reali alle odierne apparecchiature delle tavole moderne, un excursus storico con oggetti realizzati dalle più rinomate manifatture di porcellana, cristallo e argento europei. Si inizia proprio dall’anno di grazia 1710 quando nasce in Germania la Manifattura di Meissen, grazie alla riscoperta in Europa della formula della porcellana da parte del chimico Johann Friedrich Böttger, su commissione dell’ Elettore Principe Augusto di Sassonia. In Italia, bisogna aspettare il 1735, quando, a Sesto Fiorentino, il marchese Carlo Ginori fonda una manifattura di porcellane, l’odierna Richard Ginori 1735.
ARTInTAVOLA mette in mostra apparecchiature e complementi tavola di design sia storico che contemporaneo, con pezzi prestati dalle aziende storiche del settore. I posti tavola sono sistemati su piani sospesi illuminati, realizzati secondo una scenografia di forte impatto visivo tesa a valorizzare i singoli oggetti messi in mostra. Una corolla ideale e di pregio ai “Carri Trionfali” che svettano al centro delle tavole, sotto le “Aureole luminarie”.
Due le sezioni: Historical Design e Modern Design. La prima ospita le aziende ancora in attività, fondate tra il Settecento e l’Ottocento, che rappresentano la grande tradizione europea nella produzione di manufatti in porcellana, cristallo e argento; erano sempre collegate alle Case Regnanti per le quali producevano servizi tavola di altissimo livello artistico nelle forme e nei decori, realizzati dai grandi pittori dell’epoca.
La sezione Modern Design racconta l’avanguardia creativa del Novecento, dal Liberty al Dèco, dal Bauhaus al Postmoderno, interpretata da architetti e designer contemporanei del calibro di Aalto, Wirkkala, Sottsass, Castiglioni, Rossi, Mendini, Mari, Bellini, Starck, per citarne solo alcuni. Nei secoli, l’espressione della miglior creatività dei grandi designer del Novecento, unita a quella dei contemporanei, si è espressa con eccellenza anche nel design degli oggetti per la tavola e per la casa realizzando collezioni oggi esposte nei più importanti musei di arte contemporanea.
Alcuni pezzi in mostra
ROSENTHAL MEETS VERSACE.
Quest’anno Rosenthal e Versace festeggiano il 25° anniversario della collaborazione tra i due marchi. Una partnership che ha visto la nascita di molte delle più raffinate collezioni di porcellane arricchite da alcune delle stampe Versace con maggiore valore iconico. Rosenthal meets Versace ha abbellito per la prima volta le tavole di tutto il mondo nel 1992, sotto la direzione creativa dello stesso Gianni Versace. Per festeggiare il 25° anniversario, Rosenthal meets Versace ha deciso di proporre un’edizione limitata di alcuni pezzi speciali: 25 piatti e tazze da tè con altrettanti design leggendari diversi.
MEISSEN 1710 IN MOSTRA AL MUSEO POLDI PEZZOLI DI MILANO
L’arte di essere fragile: è la mostra nata dalla collaborazione tra Meissen 1710 – la manifattura più antica d’Europa, fondata in Germania nel 1710 da Augusto il Forte di Sassonia – e il Museo Poldi Pezzoli di Milano. Opere d’arte, collezioni di oggetti ed eleganti servizi tavola provengono tutti dal Museo della Fondazione Meissen. Tra i pezzi, la famosa Affenkapelle (Orchestra delle 21 scimmie, capolavoro di scultura del Rococò tedesco) realizzata nel 1753 da Johann Joachim Kaendler; il vaso Fishes a disegni blu di Otto Eduard Voigt e il piatto Ocean Fish; il settecentesco Swan Service, sontuoso servizio tavola composto di più di 2.200 pezzi modellati con cigni in rilievo che nuotano tra le canne. Alle collezioni storiche si affiancano le nuove creazioni dell’artista americana Chris Antemann, nota per le sue moderne, ironiche e spesso anche erotiche, interpretazioni: come la statuetta Little Maid (Piccola fanciulla) dove una ragazza dallo sguardo lascivo si presta a fare da tavolino. I personaggi dell’ Antemann Dreams Collection danno vita ad una parodia birichina e “piccante” che si ispira sfacciatamente alle figurine in porcellana del Settecento che mettono in gioco i ruoli di relazione maschile e femminile per creare personaggi che sbeffeggiano allegramente la tradizione, i riti domestici, le etichette e i tabù. I temi classici e romantici – pastorelle vezzose, bambini, coppiette innamorate – si vestono di contemporaneo per intricati racconti.
Daum. La manifattura francese interpreta in chiave moderna la Pàte de verre (pasta di vetro). Le creazioni accolgono applicazioni in vetro e motivi ornamentali in forza naturalistica. I fratelli Daum agli inizi del secolo divennero una delle principali forze del movimento Art Nouveau. Nel 1906 Daum rispolverò la Pàte de verre, antico metodo egizio di fusione, e lo sviluppò negli anni Trenta producendo le lastre delle finestre Daum in vetro colorato in pasta, anziché di vetro al piombo verniciato, come era uso comune.
Haviland. David Haviland era un uomo d’affari di New York che si occupava di porcellane. Mentre cercava nuovi interessi commerciali, arrivò a Limoges e nel 1842 fu in grado di inviare la sua prima spedizione di pezzi negli Stati Uniti. Nel 1890 il figlio, Theodore, costruì una grande fabbrica a Limoges e introdusse nuovi processi per la cottura e la decorazione delle porcellane. Ancora oggi, la Haviland è di proprietà della famiglia fondatrice.
Lalique. Era il 1885 e René Lalique creava i suoi gioielli in puro stile Art Nouveau. La Casa si è affermata nel mondo con una linea di flaconi di profumo e successivamente, al culmine della sua ricerca artistica, ha avviato una lavorazione che permette di far risaltare l’esclusivo contrasto tra il cristallo satinato e il cristallo trasparente.
Cesa 1882
Gli argenti Cesa 1882 vantano un prestigio che viene da lontano. Hanno trovato posto sulle tavole di re e presidenti, da Casa Savoia al Quirinale, ed hanno conservato intatto negli anni fascino e valore. La storia di Cesa inizia nel 1882, da allora e fino a d oggi una posata Cesa 1882 richiede 38 fasi di lavorazione per raggiungere il risultato di eccellenza. Dal 1920, alla fine del primo conflitto mondiale, Cesa 1882 è il fornitore ufficiale della Real Casa Sabauda con il servizio “Rubans floreale”, ma è anche la posateria in uso all’Hotel Excelsior di Venezia e al Ristorante Savini di Milano, oltre che sull’Orient Express Dal 1950 è il servizio usato per gli ospiti del Presidente della Repubblica. Quirinale. Da Mikhail Gorbachev alla Regina Elisabetta d’Inghilterra, hanno pranzato con le posate “Quirinale ”, le stesse in mostra a Palermo.
Sambonet
Il primo servizio Sambonet risale al 1932, e da allora alle posate e oggetti di design è stata affiancata una preziosa selezione di oggetti di estremo lusso.
Vista Alegre
Influenzato dal successo della vetreria Marinha Grande, Pinto Basto decise di creare una “fabbrica di porcellana, vetro e processi chimici”. Era il 1815, il brevetto che autorizzava Vista Alegre Factory venne concesso nel 1824 da re Joao VI. Dopo soli cinque anni, Vista Alegre ottenne il titolo di Royal Factory.
GIULIANAdiFRANCO. La designer di Leonforte parte dal cuore della provincia siciliana per creare una vera e propria officina del gioiello artigianale che si fonda su uno stile eclettico, toni forti, raffinate miniature e volumi audaci. Ma pesca sempre e comunque nel mood siciliano, da cui trae i temi di queste piccole sculture gioiello che diventano anelli, bracciali, pendenti, orecchini colmi di energia.
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