Termina in grande stile il cartellone di eventi che anticipano il Festino di Santa Rosalia. Domani, 7 luglio alle 18, all’Oratorio del SS Rosario di San Domenico, è in programma l’ultimo appuntamento di #aspettandoilfestino2019. Si tratta del calendario di incontri, ideato da Lollo Franco e Vincenzo Montanelli, novità assoluta dell’edizione 395 del Festino di Santa Rosalia, che dal mese di marzo accompagna il popolo palermitano e non solo alla Festa più importante della città di Palermo.

“La Santuzza e Van Dyck” è una visita guidata a cura di Maria Oliveri e sarà l’occasione per ammirare uno dei capolavori del pittore Antoon Van Dyck. La pala d’altare dell’Oratorio del Rosario è l’incipit di una storia raccontata per immagini, in cui la fede si mescola con la speranza, la cronaca con la leggenda, la sofferenza con la guarigione delle anime, così come si ripete ogni anno nel “miracolo” del Festino di Santa Rosalia.

L’oratorio del Rosario in San Domenico è un piccolo scrigno d’arte, a due passi dal mercato della Vucciria. Qui la decorazione a stucco, capolavoro di Giacomo Serpotta, impreziosisce ed esalta una raccolta di tele e dipinti di illustri autori quali Pietro Novelli, Guglielmo Borremans e Matthias Stomer.

Sull’altare spicca l’enorme pala dipinta da Antoon Van Dyckche rappresenta la Madonna del Rosario con il bambin Gesùtra le quattro antiche Sante palermitane e Santa Rosalia. Il pittore fiammingo si trova a Palermo quando nel 1624 scoppia il morbo letale e quando, soprattutto, si compie il grande prodigio del ritrovamento sul Monte Pellegrino delle ossa della Santuzzache, portate in processione, salveranno i palermitani dalla terribile epidemia di peste.  La pala d’altare fu commissionata a Van Dyck nell’agosto del 1625 e di fatto sostituì la precedente ad opera di Mario Minniti, datata 1621, in cui non compariva Santa Rosalia.

Nell’opera del pittore olandese infatti la Santuzzaè presente nell’atto di invocare la fine della pestilenza. Van Dyck ha il merito di esser stato tra i primi a fissare i caratteri dell’iconografia che caratterizzeranno la rappresentazione della nobile fanciulla normanna, volontariamente eremita, consacrata a Cristo: i fluenti capelli biondi, l’abito di sacco, le rose e i gigli in riferimento al nome Rosalia “rosa-lilium”, il teschio (simbolo della peste), il putto nudo che si tura il naso per i miasmi degli appestati (simbolo dell’uomo che, inerme davanti al male, solo da Dio può essere risanato).

Dalla mano di un giovanissimo pittore straniero ha dunque origine una devozione totale, lunga ormai 400 anni, da parte di un popolo fedele che ogni anno chiede alla sua Patrona la grazia di risanare le ferite e di allontanare il male. Al termine della visita, ai presenti, saranno offerti i dolcetti tradizionali preparati all’interno del Monastero di Santa Caterina e verrà regalato un documento con diverse opere di Van Dyck che raffigurano Santa Rosalia, custodite in diverse parti del mondo.

L’appuntamento, ad ingresso libero, gode del patrocinio dell’Assessorato del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, Servizio Manifestazioni ed Iniziative della Regione Siciliana.

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