E’ iniziata l’era dell’assegno d’inclusione. La misura di welfare state introdotta dal Governo guidato dalla premier Giorgia Meloni sostituirà il reddito di cittadinanza. I primi SMS sono arrivati nella giornata di ieri. E, anche a Palermo, in molti questa mattina si sono messi in coda nelle varie filiali di Poste Italiane per cercare di riscuotere l’importo riconosciuto nell’alveo dell’ADI. Turno rigorosamente fisico, con foglio appeso davanti all’ingresso. Più di 100 i nomi scritte davanti all’ufficio postale di piazza Principe di Camporeale. E in alcune filiali non sono mancate le tensioni.

Il racconto delle prime ore dell’assegno d’inclusione

In tanti hanno scelto di trascorrere la nottata davanti all’ufficio postale, così come raccontato ai nostri microfoni di Tony Guarino, esponente dell’associazione “Basta Volerlo”. “Alcuni hanno dormito in macchina – sottolinea -. Il messaggio dell’INPS è arrivato ieri pomeriggio, ad alcuni anche alle 19. Le persone si sono dovute organizzare di conseguenza”. Fatto per il quale non sono mancate le polemiche.  “C’è stato un assalto per i turni. In alcuni uffici postali ci sono stati anche dei momenti di tensione“. In tanti infatti sono rimasti in coda tutta la mattinata. All’ufficio di piazza Principe di Camporeale ad esempio, vi erano a turno più di un centinaio di persone. In molti però, non hanno potuto nemmeno fare la coda, in quanto gli uffici dell’INPS hanno respinto la domanda.

Le critiche dai CAF

Una percentuale che, a livello nazionale, sfiora il 25%. “Ieri sono arrivati gli esiti delle pratiche. Qualcuno ha avuto la domanda respinta senza saperne il motivo – attacca Davide Grasso, Responsabile Zonale patronato Epac -. Per esempio, un’anziana che percepiva la pensione di cittadinanza con la quota d’affitto. Un caso in cui non doveva cambiare nulla e invece si è vista la domanda respinta”. Grasso, impegnato negli scorsi mesi nella difesa dei diritti dei percettori del reddito di cittadinanza, sottolinea la sperequazione economica fra le due misure. “Non è stata inoltre considerata la quota dello 0,40 per chi ha dei carichi di cura, come un bambino con meno di tre anni, un invalido o per chi ha più di tre figli a carico. In sostanza, parliamo di 200 euro che vengono a mancare alle famiglie. Spero che l’INPS mandi a breve un comunicato in cui spieghi i motivi o comunque rettifichi quanto deciso in precedenza”.

I numeri a livello nazionale

L’Inps ha rivelato i primi numeri sulla misura che ha sostituito il Reddito di cittadinanza spiegando che, su 446.256 richieste arrivate entro i primi giorni di gennaio e lavorate, 117.461 sono state “respinte per mancanza di requisiti”, oltre una su quattro (circa il 26%) a causa soprattutto dell’”esito negativo sopra soglia sulla Dsu, Dichiarazione sostitutiva unica, del superamento delle soglie di reddito e dell’omessa dichiarazione dell’attività lavorativa”.

Le domande respinte

Dai controlli preventivi effettuati, è emerso che: 12.222 domande necessitano di un supplemento di istruttoria per l’acquisizione della certificazione attestante il requisito richiesto ai fini del riconoscimento della misura. L’Inps, acquisita la certificazione, potrà procedere al pagamento dal prossimo 15 febbraio o comunque entro 60 giorni qualora non pervenga la certificazione da parte degli enti preposti; 1.140 in istruttoria per controlli interni dell’Istituto (accertamenti antifrode); 117.461 domande sono state respinte per mancanza di requisiti. Tra le principali cause risultano: esito negativo sopra soglia su DSU, superamento delle soglie di reddito, omessa dichiarazione dell’attività lavorativa.

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