Si è svolta ieri pomeriggio in piazza sant’Anna a Palermo una assemblea pubblica contro la violenza maschile sulle donne lanciata dal coordinamento Non Una di Meno Palermo.
Si legge nella nota del coordinamento: “Un momento di discussione collettiva che ha focalizzato la sua attenzione sulla violenza di genere perpetrata dai media attraverso un flusso informativo poco pertinente (e molto sensazionalistico, ambiguo e basato su pregiudizi) e dai giudici nelle aule dei tribunali, della quale si è avvertita la necessità in relazione al polverone mediatico che si è creato riguardo lo stupro ad una giovane donna nell’ascensore della Circumvesuviana”.
Continua la nota: “Stupro denunciato, confermato sia dalla perizia medica che da quella psicologica ma, paradossalmente, negato dai giudici. Analizzando le immagini delle telecamere, essi hanno desunto un atteggiamento consensuale della ragazza, il quale negherebbe il carattere traumatico dell’esperienza subita, e dunque lo stesso stupro. Il quadro che esce fuori dal verdetto dei giudici è di una ragazza terribilmente fragile a livello psichico che non ha fatto altro che inventarsi tutto. Una vicenda che, lungi dall’essere un fatto isolato, si aggiunge alla lunga e interminabile lista di atti di violenza simili”.
E ancora: “Ogni qualvolta si registra un caso di stupro i giornali non si risparmiano nell’inserimento di particolari descrittivi che puntano l’attenzione su quanto la vittima fosse ubriaca, o in atteggiamenti amichevoli (e dunque fraintendibili con quelli che poi si sarebbero rivelati i suoi carnefici), o indossasse abbigliamento succinto. Sempre su questi elementi, al tempo stesso, vengono elaborati i verdetti dei tribunali che giustificano la violenza.
Ecco che, alla violenza fisica degli aggressori, si aggiungono altri generi di violenza non meno gravi e dolorosi. La violenza perpetrata dagli organi di informazione, la violenza inflitta dai tribunali e, infine, la gogna mediatica, il giudizio dell’opinione pubblica, cui i primi due espongono le vittime di stupro”.
Nel corso dell’assemblea è stato esposto uno striscione su cui campeggiava un chiaro messaggio “Ti rissi no! Il sesso senza consenso è stupro. Non Una di Meno Palermo” per affermare, fuori da qualsiasi possibile elemento fuorviante, cosa definisce il significato vero del termine “stupro”.
“Una iniziativa, quella di ieri, – conclude la nota del coordinamento Non una di meno Palermo – per manifestare solidarietà alla giovane donna ma anche, più in generale, per ricordare che la violenza di genere esiste, che ha percentuali sempre più preoccupanti e che si manifesta in molteplici modi. Un modo per ricordare che il sessismo è un elemento strutturale della nostra società e che le violenze, inflitte dal singolo individuo piuttosto che dal sistema tutto, non sono avvenimenti che vanno vissuti, pensati e affrontati in maniera privata. Marchiano i corpi di tutte e attraversano le vite di tutte. In questo quadro, la forza collettiva e l’autodeterminazione sono la chiave di volta per affrontarle”.
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