• 118 testimoni chiamati dalla procura generale per il processo sull’omicidio Agostino
  • Il processo si svolgerà  davanti ai giudici della prima sezione della corte di assise
  • Tra i nomi quelli di Contrade, del preside nero e Guido Paolilli

La procura generale chiede che siano sentiti 118 testimoni per fare luce sull’omicidio dell’agente Nino Agostino e della moglie lda Castelluccio uccisi a Villagrazia di Carini il 5 agosto del 1989. Il processo si svolgerà la prossima settimana davanti ai giudici della prima sezione della corte di assise.

La maxi lista della procura

Come si legge sul Giornale di Sicilia, la procura generale  ha già presentato la maxi lista di testi da ascoltare come ha fatto la parte civile, rappresentata dall’avvocato della famiglia Agostino, Fabio Repici. Imputati sono Gaetano Scotto, boss dell’Arenella, considerato esecutore materiale del delitto assieme a Nino Madonia, già condannato all’ergastolo in abbreviato. L’altro imputato è Francesco Paolo Rizzuto che all’epoca era minorenne e amico della vittima. Avrebbe taciuto per anni particolari importanti dell’agguato al quale avrebbe assistito, tanto da sporcarsi la maglia di sangue.

Contrada tra i testimoni

Tra i testi i procuratori  volevano sentire in aula pure Luigi De Sena ex dirigente del Sisde, deceduto, scelto per riferire riguardo “il periodo di collaborazione con i servizi segreti di Arnaldo La Barbera”, in città ex capo del la squadra mobile e poi questore. Tra i nomi, quelli di Bruno Contrada, Saverio Montalbano, dirigente del commissariato San Lorenzo, nel quale lavorava Nino Agostino.

Gli altri nomi

Nel processo si discuterà anche della misteriosa collaborazione tra Alberto Volo, preside di licei privati conosciuto come il “preside nero”, e Falcone. Verrà sentito anche un ufficiale di pg della squadra mobile su “risultanze attinenti alle missioni in Inghilterra di Arnaldo La Barbera”. Nella lista dei 118 testimoni c’è Guido Paolilli, in passato indagato per favoreggiamento, poi è stato prosciolto. Secondo gli investigatori fu lui a inserire Agostino e poi anche Emanuele Piazza (sequestrato e ucciso 8 mesi dopo l’agguato di Villagrazia) nella squadra di poliziotti e agenti dei servizi che cercavano latitanti, almeno questo era l’obiettivo ufficiale.

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