L’Assemblea Regionale Siciliana, come noto, sarà impegnata nei lavori d’aula per l’approvazione del bilancio di previsione per il 2019 entro il 31 dicembre, al fine di evitare l’esercizio provvisorio.
Assoconfidi Sicilia, che riunisce il 95% dei confidi siciliani, in grado di garantire alle circa 70.000 aziende socie ben due miliardi di euro di finanziamenti, ha maturato, in questi mesi, diversi incontri con le Istituzioni regionali e i gruppi parlamentari al fine di verificare le reali volontà circa lo stanziamento di risorse per il sostegno delle imprese siciliane. In particolare, i primi riscontri avuti ipotizzavano voci di bilancio specifiche legate agli aiuti sotto forma di contributi in conto interessi per le imprese (pari a 10 milioni di euro per il 2019 e 10 per il 2020) e all’integrazione dei fondi rischi per i confidi (pari a 3 milioni di euro per il 2019 e 3 per il 2020) che rappresentano ancora oggi, in pieno periodo di difficoltà di accesso al credito da parte delle imprese siciliane, un valido supporto per queste ultime.
«I contributi in conto interessi – dichiara il Presidente di Assoconfidi Sicilia, Rosario Carlino – sono risorse fondamentali per le imprese e verrebbero canalizzate direttamente nei loro portafogli. Sono stati pensati per ridurre il divario tra le imprese del Nord e del Sud Italia proprio su una voce di costo, gli interessi appunto, per i quali le nostre aziende spendono molto di più». E aggiunge: «In un periodo di crisi, soprattutto per le micro e piccole imprese, si tratta di una importante boccata d’ossigeno. Ed è opportuno ricordare non solo che dal 2012 non viene erogato questo contributo, ma anche che diversi imprenditori siciliani hanno cercato di sviluppare la loro idea di business alla luce del sostegno rappresentato proprio da questi contributi».
Sostenere direttamente i confidi attraverso l’integrazione dei loro fondi rischi significa mettere in sicurezza i loro patrimoni, consolidando il loro ruolo di intermediari tra il mondo bancario e quello imprenditoriale e rafforzando al contempo la loro struttura, non dimenticando che i confidi sono essi stessi imprese che registrano importanti tagli alle risorse umane.
Tuttavia, a fronte delle tante rassicurazioni dell’Assessore regionale per l’Economia, Gaetano Armao, Assoconfidi ha avuto modo di constatare che il testo varato in giunta non prevede nulla di quanto chiesto per le imprese siciliane socie dei confidi.
«C’è un’emergenza credito in Sicilia – continua Carlino – per la quale avevamo chiesto al Presidente della Regione l’istituzione di un tavolo tecnico. Le micro e le piccole e medie imprese vivono una forte stretta al credito e senza i confidi difficilmente riuscirebbero ad accedervi presso le banche le quali, nel corso di questi anni, le hanno via via abbandonate a vantaggio delle imprese medio-grandi e patrimonialmente robuste».
L’Associazione di categoria ritiene che occorra un impegno oculato dei fondi regionali ed europei, tanto più che in altre regioni italiane (si pensi, per citarne alcune, alla Lombardia, all’Emilia-Romagna, alle Marche, alla Basilicata, alla Puglia) gli stessi fondi del Po Fesr 2014/20 sono stati riversati a favore delle imprese e dei confidi, favorendone fusioni e razionalizzazioni. Di tutto questo non c’è traccia in Sicilia. Si citi, a tal proposito, il recente avvio dell’operatività della Sezione speciale Sicilia del Fondo Centrale di Garanzia con uno stanziamento di ben 102 milioni di euro a valere proprio sul Po Fesr Sicilia 2014/20, laddove le altre regioni vi hanno canalizzato non più di un terzo di quella cifra. In diretta concorrenza con i Confidi, il Fondo si occupa non solo di controgaranzie, ma anche di garanzie dirette: modificare la convenzione in atto con il Mise e con il Mef può ancora permettere, in corsa, di rimediare a una anomalia ingiustificata. Peraltro anche 43 milioni di euro della precedente programmazione hanno seguito il medesimo percorso.
“Così come nulla ancora è stato fatto da parte dell’Assessore Armao – spiega ancora Assoconfidi – in merito alla convocazione della Conferenza Stato-Regioni per limitare l’intervento del Fondo Centrale di Garanzia (come già fatto in altre regioni) alle sole controgaranzie dei confidi per operazioni di finanziamento alle imprese siciliane di importo fino a 150.000 euro”.
«Il precedente Governo regionale – conclude Carlino – nessuna soluzione concreta aveva approntato per le imprese e per il comparto dei confidi e anche per questo riponevamo e riponiamo tante attese sull’Esecutivo attuale; ma ad oggi, purtroppo, non possiamo registrare interventi nella direzione auspicata».
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