Un tribunale in Germania ha ordinato gigante farmaceutico Astrazeneca di fornire informazioni sugli effetti collaterali del vaccino Vaxzevria contro il Covid-19. Il verdetto segue la causa legale intentata da una donna dell’Alta Franconia, la quale ha denunciato gravi danni alla propria salute dopo aver ricevuto il vaccino. Questo potrebbe cambiare, di molto, anche i procedimenti legali aperti in Italia, e ce ne sono anche in Sicilia.

La sentenza

La donna, una 33enne, dopo aver ricevuto la dose di vaccino, ha sviluppato una trombosi venosa intestinale, un tipo di coagulo sanguigno molto raro, che l’ha portata in coma e ha reso necessario un intervento di rimozione di una porzione del suo intestino. I Dopo la convalescenza, la donna ha deciso di fare causa contro AstraZeneca.

La richiesta di risarcimento della 33enne ammonta ad almeno 250mila euro per il dolore e la sofferenza, circa 17mila euro per il mancato guadagno nel periodo in cui non ha potuto lavorare, fino a 600mila euro per tutti i problemi futuri che si verificheranno in seguito al calvario passato.

Il tribunale ha richiesto ad AstraZeneca di divulgare tutti i dati relativi ai casi di trombosi con sindrome trombocitopenica, TTS, una possibile controindicazione dei vaccini anti-COVID-19, incluso Vaxzevria, di cui ha parlato anche l’Aifa. Il verdetto chiede che AstraZeneca fornisca informazioni sugli effetti collaterali del vaccino nel periodo compreso tra l’approvazione del vaccino alla fine di dicembre 2020 e il 19 febbraio 2024.

Le morti sospette in Sicilia

I famigliari chiedono giustizia per le morti in Sicilia dopo le somministrazioni del vaccino Astrazeneca. Il militare della Marina in servizio ad Augusta (Siracusa), Stefano Paternò di 43 anni, morto per un arresto cardiaco dopo essersi sottoposto il giorno precedente alla prima dose di vaccino. Il secondo caso, sul quale la Procura di Catania ha aperto un fascicolo  relativo al decesso di Davide Villa, 50 anni, agente della Squadra mobile, deceduto dopo l’inoculazione del vaccino. Una terza Procura, quella di Trapani, ha indagato sulla morte del maresciallo dei carabinieri Giuseppe Maniscalco, di 54 anni, stroncato da un infarto 48 ore dopo aver fatto il vaccino.

Le indagini sulla morte di un avvocato nel Messinese

Risalgono a pochi giorni fa le richieste di riaprire le indagini sulla morte di Augusta Turiaco, la docente morta in seguito al vaccino AstraZeneca, e della sorella di Mario Turrisi, avvocato morto per trombosi nell’aprile 2021. Il personale medico aveva segnalato il suo caso all’Aifa: all’uomo era stato infatti somministrato il vaccino AstraZeneca un mese prima del decesso nell’ospedale di Mistretta. Adesso i familiari vogliono riaccendere i riflettori sulla vicenda e attribuire eventuali responsabilità per omicidio colposo.

I legali hanno chiesto “l’accertamento della verità con la risposta agli allarmanti interrogativi rimasti privi di accertamenti rispetto ad un vaccino, che dalla fine del 2021 non è stato più utilizzato in Italia e in altri paesi europei, e che ha causato la morte di giovani donne e uomini”.

La morte di Camilla Canepa

A seguito delle indagini, cinque medici dell’ASL 4 sono sotto inchiesta per la morte di Camilla Canepa, studentessa del levante genovese deceduta nel giugno 2021 a causa di una trombosi dei seni cavernosi, manifestatasi poco dopo la somministrazione del vaccino di AstraZeneca.

Camilla, 18 anni, di Sestri Levante, aveva ricevuto il vaccino durante un open day. Giorni dopo, accusando un malore, era stata ricoverata al pronto soccorso di Lavagna, dove, secondo gli inquirenti, non furono eseguiti tutti i controlli diagnostici richiesti dal protocollo terapeutico della Regione Liguria per il trattamento della sindrome da VITT (Vaccine-induced immune thrombotic thrombocytopenia).

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