L’avvento della malattia, l’allontanamento dalla federazione e la forza di un grande uomo e atleta: questi i temi trattati nella seconda parte dell’intervista al plurimedagliato Toto’ Antibo, storico campione dell’atletica leggera italiana tra gli anni 80 e 90.

Antibo spiega la sua “separazione” dalla federazione: “Io soffro di epilessia, dunque pur volendo, avrei delle difficoltà ad allenare. Avrei potuto farlo nel mezzofondo, ma in queste condizioni come faccio? Io non biasimo la federazione per questo, li comprendo”.

TOTO’ ANTIBO: LA PRIMA PARTE DELL’INTERVISTA

“Il giorno che ebbi questo problema lo ricordo bene – afferma Antibo a BlogSicilia.it -: ero in una sala con quindici medici e diversi membri che rappresentavano l’atletica italiana ed europea. I dottori mi dissero che ero stato grande ma che avrei dovuto smettere perchè soffrivo di epilessia”.

La federazione mi disse che avrebbe potuto pagarne le conseguenze e mi invitò a smettere. Io inizialmente mi arrabbiai parecchio e non volli accettare la realtà. I medici allora mi diedero la possibilità di continuare a gareggiare a patto che prendessi dei farmaci che tuttavia mi condizionavano negativamente nelle prestazioni”.

“Io accettai e continuai per amore di questo sport. Nonostante i farmaci riuscii a durare a grandi livelli per un anno e fu un miracolo, non ci credeva nessuno. Arrivai quarto alle Olimpiadi di Barcellona e onestamente fu davvero un miracolo. Per me fu come vincere una medaglia perchè i keniani li avevo sempre battuti”.

Antibo ha preferito non commentare la vicenda controversa di Skah, che arrivò primo alle Olimpiadi sopracitate ma fu inizialmente squalificato. Il motivo? Si mise d’accordo con un connazionale per rallentare un keniano. In che modo? Il collega marocchino di Skah stava per essere doppiato dal keniano e anzichè cedere il passo, tirò la gara in favore del connazionale.

Si presume che ci siano stati degli accordi tra persone molto influenti della Spagna e del Marocco per far si che questa vicenda fosse “insabbiata”, tuttavia Antibo non ha voluto ritornare su queste vicende definendo Skah un amico.

“Dopo quella gara smisi, Polizzi che era il mio allenatore ma che è stato come un padre in realtà, mi consigliò di fermarmi finchè ero a grandissimi livelli. Sarebbe stato meglio così piuttosto che scendere vertiginosamente di rendimento”.

Il ricordo più bello della sua carriera: “Tutti dicono gli Europei di Spalato, io invece no: per me la cosa più emozionante è il ricordo che ho di Polizzi che mi venne a cercare dicendomi che un giorno sarei stato il più grande di tutti. Io da ragazzo di strada, di un piccolo paese come Altofonte (ai tempi solo 5000 abitanti circa n.d.r.), girai il mondo grazie alla mia passione. Questo è stato meglio di qualunque medaglia“.

“Io non alleno. Avevo promesso di non farlo fino a che non il comune di Altofonte non avesse costruito un impianto nel paese. Io ho sempre una persona accanto a me. Come faccio ad andare in altri posti se nemmeno posso guidare”.

“Io ci tengo a sottolinearlo, non chiedo niente a nessuno, però vivere così non è bello. Vorrei avere la possibilità di rendermi utile. Non come allenatore me ne rendo conto, ma magari da consigliere. Sarebbe bello e non condizionerei nessuno. Io voglio aiutare questi ragazzi che vogliono arrivare a grandi traguardi. Purtroppo devo solo accettare la realtà”.

“Io sono sempre super contento quando vedo successi italiani. Molti mi fanno i complimenti perchè detengo ancora dei record. Ma in realtà a me dispiace: io non vedo l’ora che arrivi un ragazzo e mi superi, dopo più di trent’anni sarebbe anche ora”.

Ma oggi come vive Toto’ Antibo: “Io non lavoro a causa dei miei problemi e non ho reddito. L’unico sostentamento è la pensione della legge Onesti. Un giorno nel 2005 la federazione mi chiamò e io chiusi tre volte il telefono. Ero arrabbiato perchè mi avevano abbandonato per 15 anni”.

“Mi implorarono di ascoltarli e mi proposero questa pensione Onesti. E’ una paga che viene offerta ai vincitori di una medaglia olimpica che non hanno reddito. Se un giorno dovessi lavorare non la percepirei più. Allora io dissi che se fosse stata una tantum avrebbero potuta darla ai poveri”.

ECCO IL VIDEO DEGLI EUROPEI DI SPALATO NEI 5000 METRI: