Sarebbe dovuto scattare domani (14 gennaio) il passaggio dai 27 Ato in liquidazione, dal 2010 alle 18 società di raccolta, Srr, ma slitterà per l’ennesima volta. Lo denuncia la Cisl siciliana, guidata da Mimmo Milazzo.

E il “ritardo cronicizzato – afferma Milazzo – rischia di portare all’incasso l’ipoteca che pende sugli 11 mila lavoratori del settore, privi di certezze, e sui 390 Comuni siciliani sui quali ricadranno i due miliardi di debiti degli Ato”.

“Da quest’anno – ricorda la Cisl – il decreto legislativo 118 del 2011 è pienamente in vigore. Così i Comuni sono obbligati ora a elaborare bilanci consolidati che dovranno includere i conti delle Partecipate, Ato compresi”.

Quindi, secondo la Cisl, lo stallo nella governance regionale del settore è “una miccia accesa in direzione del fallimento degli enti locali”, punta il dito la Cisl per la quale l’esito interlocutorio dell’incontro di ieri al ministero dell’Ambiente a Roma, dell’assessore regionale all’Energia Vania Contrafatto, è “mortificante. Tanto più – scrive il sindacato – alla luce dei ritardi della Regione nella quale, “ad esempio, si raccolgono poco più di 15 chilogrammi di carta a testa contro gli oltre 80 di regioni come il Trentino e l’Emilia Romagna”. E se la differenziata non decolla, il sistema delle discariche mantenute anche a dispetto delle direttive Ue, si legge nella nota Cisl, apre a “incognite in tema di danni all’ambiente e alla salute”. Eppure, se messo a reddito il settore farebbe lievitare il Pil regionale, sostiene la Cisl per la quale “la perversa logica delle proroghe è la misura del fallimento della politica regionale”.

“Come i trasporti, i rifiuti attraversano trasversalmente l’economia – rimarca Milazzo – valorizzarli in un ciclo integrato equivarrebbe a dare una spinta vera al tessuto economico. Oltre che a tenere pulite le nostre città”.