Nuova campagna di attacchi informatici del gruppo hacker filorusso Noname057(16) contro l’Italia. Nel mirino diverse aziende del trasporto pubblico locale, dall’Amat di Palermo all’Anm di Napoli, dall’Azienda consorzio trasporti veneziano a Cagliari trasporti mobilità, da Siena mobilità all’Azienda regionale sarda trasporti, dalla Sad di Bolzano a Trentino trasporti.

L’attacco al sito Amat

Per quel che riguarda l’attacco hacker al sito dell’Amat, l’azienda che gestisce il trasporto pubblico a Palermo, è iniziato ieri pomeriggio. Dall’inizio dell’attacco non è più possibile accedere al sito. A rivendicare l’operazione è proprio il gruppo Telegram della cyber gang russa “noname 057”, come conferma l’azienda, che ha deciso di bloccare l’accesso a questo sito come ad altri per “punire” l’Italia per la sua politica di appoggio all’Ucraina nel conflitto con la Russia.

Il gruppo contesta anche le recenti prese di posizione del presidente del Consiglio Giorgia Meloni durante il suo  incontro con presidente degli Stati Uniti Joe Biden. L’Amat era inserita tra i potenziali obiettivi di attacchi di questo tipo. Non è chiaro con quali tempi il sito potrà tornare attivo. “Stiamo lavorando per ripristinare quanto prima il sito e riportarlo on line”, dice il presidente dell’Amat Giuseppe Mistretta.

Avviata una indagine della polizia postale

La Polizia postale informa che sta intervenendo contro “i massivi attacchi Informatici che stanno interessando, in particolare, società che a livello locale gestiscono la rete del trasporto pubblico”. Il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche del Servizio Polizia postale di Roma ed i Centri operativi per la sicurezza cibernetica sul territorio sono al lavoro a supporto dei tecnici della società interessate per il ripristino dei sistemi informatici essenziali e processando i dati utili alla ricostruzione degli eventi critici.

Come per le precedenti azioni rivendicate dagli hacker filorussi Noname057(16) tratta, si tratta di attacchi di tipo Ddos (Distributed denial of service) che si concretizzano inviando un’enorme quantità di richieste al sito web obiettivo, che non è in grado di gestirle e quindi di funzionare correttamente. La situazione è seguita anche dagli esperti dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.

Le azioni, rivendica il gruppo sul suo canale Telegram, sono in risposta alle “russofobiche autorità italiane”.

Ovviamente, scrivono i Noname, “la realtà è che il popolo italiano non condivide l’idea di spendere le proprie tasse nel supporto ai terroristi seguaci di Bandera, invece di risolvere i problemi interni del loro Paese e dei cittadini”. Altra decisione criticata è quella del Senato che ha adottato una risoluzione riconoscendo l’Holodomor come “genocidio del popolo ucraino”.

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