Nonostante in molte zone di Palermo l’emergenza rifiuti sia perenne, la città pagherà più tasse per lo smaltimento degli stessi. Quest’anno l’aumento della Tari potrebbe essere sostanzioso.
L’ipotesi di aumento è contenuta in una serie di note fra i vertici della Rap, la ragioneria generale del Comune di Palermo e la Srr, l’organismo per la regolazione del servizio di gestione dei rifiuti.
Il ragioniere del Comune ha scritto alle due società
Come si legge sul Giornale di Sicilia, il ragioniere generale del Comune, Paolo Bohuslav Basile ha scritto alle due società ricordando che scade il 30 aprile “a legislazione vigente” il termine per approvare le tariffe 2023.
In una delibera dell’Arera, l’autorità di regolamentazione del settore, si legge che a meno “di circostanze straordinarie”, sarebbe auspicabile mantenere il corrispettivo invariato (nel 2022 è stato di 100 milioni e 750 mila euro, 108 milioni con l’Iva).
La risposta di Caruso
L’amministratore di Rap, Girolamo Caruso, ha risposto, alla lettera del ragioniere, che “dovendo il gestore (cioè la Rap, ndr) assicurare azioni e strumenti volti alla gestione efficace ed efficiente dei servizi di igiene ambientale”, si “ravvisa la necessità di procedere con una revisione del Pef (piano economico finanziario) 2023”.
Servono più soldi
La Rap ha un piano triennale ma le servirebbero più soldi per realizzare quanto ha in mente l’azienda di piazzetta Cairoli. Scrive infatti che c’è “la necessità di dotarsi di adeguate risorse umane (un concorso per operai, 306 posti, è in fase avanzata, ndr), strumentali e impiantistiche da cui risulta la previsione di un effort economico non in linea con l’attuale valore del corrispettivo”. Dove per “effort” è da intendersi lo sforzo dell’azienda.
L’amministratore di Rap conferma che in mancanza di una revisione del corrispettivo “non sarebbe rispettato l’articolo 27.5 della delibera Arera 363/221”.
Serve un percorso di revisione da avviare prontamente
Caruso fa riferimento al principio secondo cui “il Pef consente il raggiungimento dell’equilibrio economico-finanziario e, in ogni caso, il rispetto dei principi di efficacia, efficienza ed economicità della gestione, anche in relazione agli investimenti programmati”. In buona sostanza servono più soldi e “il percorso di revisione deve essere avviato prontamente e senza indugio”.
Aumento della Tari anche lo scorso anno
Come i palermitani sanno bene, la Tari è aumentata anche lo scorso anno ma con cifre contenute, da 7 a circa 25 euro a famiglia, a seconda del numero dei componenti. Ad ammortizzare i rincari e a renderli non troppo pesanti, i soldi del cosiddetto “Fondone”, (finanziamenti per la pandemia) fino a colmare non tutti i 4,9 milioni necessari a fronteggiare i maggiori costi del servizio pianificati l’anno scorso, ma 2,7 milioni, mentre i rimanenti 2,2 sono rimasti a carico dei cittadini.
Quest’anno le cose potrebbero andare diversamente. Non si sa ancora a quanto potrebbe ammontare il rincaro ma qualcuno parla di una forbice compresa fra gli 8 e i 16 milioni di euro che graveranno sulle tasche dei cittadini.
La richiesta di Massimo Giaconia
“Io chiedo immediatamente che la Rap presenti al Consiglio il budget 2023 e il piano industriale – dice Massimo Giaconia, consigliere d’opposizione – altrimenti ragioniamo al buio. Ma leggendo questi documenti di Rap ci sale un soffio di inquietudine: le assunzioni erano state autorizzate dall’amministrazione perché avevano la copertura, mentre il programma impiantistico a Bellolampo attingeva a fondi europei. Cosa sta accadendo?”.
Fabrizio Ferrandelli invoca chiarezza: “Faremo barricate a tutela dei palermitani”
Sulla vicenda interviene anche il consigliere comunale e capogruppo di Azione Fabrizio Ferrandelli: “Non ho voluto partecipare al dibattito circa il teatrino sulle nomine delle aziende controllate, comprendo che attenga al sindaco procedere a quelle più congeniali al governo dei processi, con buona pace spesso del merito e dei curricula. Metodo che non condivido e che attiene alla più vecchia delle politiche spartitorie. Ma sulla cinghia di trasmissione delle decisioni non intendo transigere. Caruso ad oggi parla per nome e per conto del sindaco, non mi interessa se manterrà la governance della Rap o se verrà sostituito, ed esigo chiarezza circa le dichiarazioni sull’aumento della Tari delle scorse ore. Ho chiesto formalmente al presidente del Consiglio comunale di convocare in aula i vertici di Rap, l’assessore competente e gli uffici per fare chiarezza su questa vicenda. Dobbiamo verificare urgentemente il piano industriale e il budget 2023. L’amministratore unico di Rap ha sempre affermato che le nuove assunzioni, necessarie, erano dentro gli equilibri di bilancio e che non si richiedevano somme aggiuntive. E su questa vicenda, a fronte di un servizio di raccolta e smaltimento non efficiente e che inizierei a chiamare disservizio, faremo barricate a tutela dei palermitani per impedire che le scelte di gestire discutibili vengano caricate sulle loro spalle”.
I consiglieri comunali del Pd: “I cittadini hanno diritto di sapere la verità”
“Il sindaco Lagalla vuole aumentare ancora una volta la Tari? Dove sono la visione e la pianificazione? Dopo 8 mesi abbiamo visto cosa ha in mente il sindaco per il bene di Palermo: il nulla. Si continua a procedere su orme già tracciate in passato senza un’idea sul presente e il futuro, con una maggioranza divisa che litiga al suo interno e che spesso è anche assente in aula. Quando non si sa cosa fare, i problemi si accumulano ed ecco che i nodi vengono al pettine. File interminabili per ottenere come di diritto la carta di identità; contestazione dei tributi con appuntamento a 12 mesi di distanza dalla scadenza, e così via. Chi governa la città? E ora la Rap chiede un ulteriore aumento della Tari dopo quello già avvenuto nel 2022. Le coperture economiche per nuove assunzioni e aggiornamento degli impianti erano state individuate, ma ora dove sono finite? Perché sarebbe necessario un aumento della tassa? I cittadini hanno diritto di sapere precisamente la verità sui conti senza prese in giro”.
Lo dichiarano i consiglieri comunali del PD Arcoleo, Giambrone, Lupo, Miceli e Piccione.
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