Un autista dell’Amat è stato aggredito questo pomeriggio a Palermo ed è stato portato in codice rosso nell’ospedale Villa Sofia. Il soccorso è stato disposto dai carabinieri intervenuti sul posto. Ancora da chiarire i contorni della vicenda ma dalla prima ricostruzione sembra che ad aggredire l’autista della linea 628, Carlo Covais, 49 anni, sia stato un gruppo di giovani che viaggiava su un’auto dietro al mezzo.

Quando Covais ha accostato per fare la fermata a Villa Adriana la vettura avrebbe urtato l’autobus. Ne sarebbe sporto un diverbio al termine del quale i giovani avrebbero pestato il malcapitato autista con una violenza che i passeggeri attoniti non hanno esitato a definire ‘atroce’ e ‘mai vista prima’.

Sono stati gli stessi passeggeri a chiamare il 112 e consentire l’intervento di carabinieri che hanno evitato il peggio e del personale sanitario.

Ma questa sessa ricostruzione viene ‘contestata’ da un secondo gruppo di passeggeri che racconta, invece, una versione diversa anche se simile. Non sarebbe stato uno scontro stradale a dare il via a tutto ma il tentativo dei giovani di aprire il vano motore e asportare un pezzo del mezzo che era alla fermata. il pestaggio sarebbe scattato quando l’autista, accortosi di quanto stava accadendo, si sarebbe avvicinato per convincerli a desistere.

Per il sindaco Leoluca Orlando si tratta di ‘un atto di violenza barbara che non può avere ne’ giustificazioni ne’ motivazioni logiche’.

“Sono grato ai carabinieri e ai sanitari del 118 – dice Orlando – per il pronto intervento e mi auguro che si possano
quanto prima individuare gli autori di questo pestaggio ed assicurarli alla giustizia”.

Informato dal sindaco dell’aggressione subita da un autista dell’Amat l’Amministratore unico dell’azienda Michele Cimino si è recato a Villa Sofia, dove si è accertato delle condizioni del dipendente dell’azienda.

Carlo Cataldi, coordinatore regionale Cobas settore Trasporti, esprime “solidarietà al collega, vittima di un gesto violento e vigliacco da parte di teppisti che “meritano una punizione esemplare”

 

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