“Per noi è una grandissima vittoria e un importante segnale che vogliamo lanciare alla società civile”: lo dice Antonio Riggio, palermitano e padre di Gaetano, un giovane quasi 21enne autistico grave.
Riggio è presidente dell’associazione Autismo in Movimento, da lui fondata nel 2020.
Grazie alla sua tenacia e caparbietà, oggi, Giornata mondiale della consapevolezza sull’Autismo, la nave Florio della compagnia di navigazione Tirrenia, attraccata al porto di Palermo, aprirà i suoi varchi a Riggio e alla sua famiglia, e ad altri ragazzi autistici.
Trascorreranno alcune ore di serenità e svago, in compagnia dei clown capitanati da Vincenzo Piccolone, visiteranno la nave e parteciperanno ad un rinfresco.
Una giornata speciale insomma, che Riggio ha fortemente voluto, a seguito di una disavventura della quale è stato protagonista e per la quale ha portato la Tirrenia dinanzi al Giudice di Pace di Palermo.
I fatti
Il 10 settembre del 2021 Riggio stava rientrando con la sua famiglia (composta dalla moglie, i figli Gaetano e Francesco, e una figlia) a Palermo da Roma, dove aveva partecipato ad una manifestazione di sensibilizzazione sui diritti delle persone con autismo.
Dopo il viaggio in auto Roma-Napoli, la famiglia aveva intenzione di imbarcarsi sulla nave Napoli-Palermo per arrivare a casa. Al porto di Napoli a Riggio e famiglia veniva negato l’imbarco per la mancanza dell’originale del documento di identità della bambina, che all’epoca dei fatti aveva 3 anni. “Avevo dimenticato – racconta Riggio a BlogSicilia – il documento d’identità di mia figlia in albergo a Roma. Ho fatto presente alla compagnia di navigazione che ero in possesso della fotocopia del documento di identità mancante, dell’autocertificazione relativa alla composizione del nucleo familiare e dell’attestazione Isee ma non c’è stato nulla da fare. La Tirrenia ci ha negato l’imbarco, cioè ha impedito di tornare a casa ad un ragazzo autistico grave. Quella sera abbiamo dovuto trovare ospitalità a Napoli. Il giorno dopo siamo partiti per Palermo in auto. Il viaggio di ritorno è stato lungo e complicato. Gaetano era molto provato e non è stato facile gestirlo. Abbiamo dovuto fare più soste per tranquillizzarlo, abbiamo vissuto ore di notevole disagio per tutta la famiglia ma in modo particolare per Gaetano. Io non volevo che quanto ci era accaduto passasse sotto silenzio. Secondo me i diritti di una persona disabile erano stati calpestati. Non potevo accettare una situazione del genere, mi sono rivolto ad un legale”.
Il procedimento dinanzi al Giudice di Pace di Palermo
“Avevo chiesto alla compagnia – dice Riggio – il risarcimento simbolico di 1 euro e una nota stampa di scuse per quanto accaduto. Ma non si è mosso nulla”.
Dopo alcuni tentativi di risolvere la questione in via stragiudiziale, Riggio decide di agire in sede giudiziaria.
Ad assistere Riggio l’avvocato Ivana Consolo del Foro di Catanzaro che ha dedicato anima e cuore al procedimento civile che ha avuto inizio nel giugno del 2022 dinanzi al Giudice di Pace di Palermo.
L’avvocato Ivana Consolo, che da tempo si occupa di autismo attraverso la sua pagina facebook Autismo Diritti e Tutele, ha chiesto all’avvocato Alfonso Mignone, del Foro di Vallo della Lucania, di affiancarla nella difesa, trattandosi di una tematica che riguarda la disciplina del Diritto della Navigazione.
L’avvocato Consolo ha raccontato quanto accaduto con uno scritto pubblicato sul sito internet di Autismo in Movimento nel quale si legge: “Ricordo ancora la prima telefonata tra me e il presidente di Autismo in Movimento: nelle sue parole non ho mai colto nessuna volontà di ottenere visibilità o qualche tornaconto economico per quanto occorsogli. Fin dal primo momento, mi è stata palesata soltanto la ferma e precisa intenzione di mandare un forte segnale alla società civile: i diritti dei ragazzi autistici vanno garantiti, e chiunque osi calpestarli deve subirne le conseguenze. Non esitai un solo istante ad accettare l’incarico professionale”.
L’articolo 2 della Convenzione Onu sui Diritti delle Persone con Disabilità
Consolo spiega ancora sul sito di Autismo in Movimento: “La mia difesa è stata totalmente incentrata sul principio di Accomodamento Ragionevole, sancito dell’articolo 2 della Convenzione Onu sui Diritti delle persone disabili. Trattasi di un principio tanto fondamentale quanto ignorato e/o disapplicato nel nostro Paese; in buona sostanza, le rigidità procedurali e/o burocratiche devono e possono cedere il passo dinanzi alla fondamentale esigenza di agevolare la vita alle persone disabili, nei più svariati contesti”.
La decisione del Giudice di Pace
“Il Giudice di Pace, dottoressa Tantillo – prosegue Riggio – ha mostrato straordinaria sensibilità e conoscenza delle problematiche delle famiglie che si ritrovano a dover affrontare l’autismo”.
Il Giudice di Pace, nell’udienza del 15 marzo scorso, ha deciso di imporre una soluzione transattiva.
Da qui la giornata a bordo della nave per la famiglia Riggio ed altri ragazzi autistici.
“Volevamo – conclude nel suo scritto l’avvocato Consolo – che da una spiacevole vicenda potesse nascere qualcosa di buono per tutti”. E ancora: “Dopo diversi anni di attività professionale, costellati da vittorie più o meno importanti, posso dire che questo, per il suo valore altamente simbolico, è il mio più grande successo!”.
La Tirrenia, inoltre, ha emesso un biglietto gratuito Palermo-Napoli per la famiglia Riggio.
I diritti dei disabili
Antonio Riggio è soddisfatto del risultato ottenuto ma sa che dovrà affrontare altre battaglie.
“In Italia – dice – sul fronte dei diritti dei disabili, per usare una metafora in tema con quanto mi è accaduto, siamo ancora in alto mare. I servizi sono pochi, e ci sentiamo abbandonati dallo Stato.
Io sono uno dei tanti genitori che hanno dovuto lasciare il lavoro per assistere i propri figli”.
Riggio gestiva con il padre un’azienda casearia, e si occupava nella fattispecie di vendite.
“Mi ero organizzato la giornata – racconta – in modo tale da poter stare con Gaetano nel pomeriggio. Poi mio figlio ha avuto bisogno di maggiore assistenza, ed io non ho mai pensato, neanche per un secondo, di portarlo in una residenza sanitaria per disabili autistici. Voglio che Gaetano resti con noi, con la sua famiglia. Oggi mio figlio sta abbastanza bene, nel senso che dopo tanta fatica, siamo riusciti a trovare un equilibrio familiare, il nostro ‘saper vivere’”.
“Lo Stato ci aiuti”
Poi Riggio fa una riflessione personale in base alla sua esperienza: “Nella nostra famiglia – precisa – non lavora nessuno. Siamo percettori del reddito di cittadinanza. Molte famiglie si sono viste azzerare o decurtare la misura di aiuto perché la pensione percepita dal familiare disabile fa reddito. Conosco tante famiglie che non hanno più il reddito di cittadinanza e fanno la spesa, pagano le utenze e l’affitto di casa con i soldi percepiti dal figlio disabile. Questo non dovrebbe accadere, così si toglie la dignità alle famiglie. Tutto ciò è assai frustrante, a me sembra una delle tante contraddizioni presenti nel nostro Paese, lo Stato ci dovrebbe aiutare concretamente, e invece moltissime famiglie non possono più vivere”.
Il Dopo di Noi e il Villaggio della Felicità
“Oggi, il futuro – conclude Riggio – non lo vedo purtroppo a colori ma ho tanti progetti da realizzare.
Tutti i genitori di figli disabili vivono con angoscia il pensiero relativo al ‘Dopo di Noi’ del quale si parla tanto. Oggi, e lo dico perché mi sono confrontato con famiglie di tutta Italia, noi sentiamo un vuoto.
La mia associazione da tempo porta avanti un progetto, è il Villaggio della Felicità, un luogo dove le famiglie possano vivere serenamente con i propri figli disabili.
Non importa dove sorgerà, perché la disabilità, e le difficoltà che ne conseguono, riguarda tutta Italia allo stesso modo.
Il progetto è stato portato all’attenzione di politici regionali e nazionali, il mio più grande desiderio è che il Villaggio della Felicità nasca veramente. Io ci credo, è Gaetano a darmi la forza per andare avanti”.
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