Lumini davanti alla porta della sua abitazione a Balestrate. E’ accaduto al giornalista Riccardo Vescovo, gestore del blog balestratesi.it, autore di varie inchieste tra cui quella del “lido della vergogna” rimasto per due anni montato sulla spiaggia nonostante la chiusura imposta ai titolari per via di una interdittiva antimafia. La notizia viene fuori in seguito alla solidarietà espressa oggi dall’ordine dei giornalisti.

“Atteggiamenti da stigmatizzare”

“L’Ordine dei giornalisti Sicilia – si legge nel documento – esprime solidarietà nei confronti del collega Riccardo Vescovo, che ha subìto atteggiamenti che intendiamo stigmatizzare, sia che si tratti della bravata di qualcuno, sia di forme anche vaghe di intimidazione nei confronti di un giornalista. Vescovo, stimato collega e collaboratore di varie testate, da anni racconta il territorio di Balestrate e di recente aveva intrapreso una campagna per sensibilizzare istituzioni e cittadini contro il ‘lido della vergogna’ a Balestrate, sequestrato due anni fa dopo una interdittiva antimafia e rimosso solo nei giorni scorsi”.

Le difficoltà del “giornalista di provincia”

“Come tanti giornalisti che vivono in provincia – aggiunge l’Ordine -, Vescovo porta avanti la sua attività col piglio del cronista e con norme deontologiche da rispettare. A qualcuno può anche non piacere, ma l’informazione libera è un diritto sancito dalla Costituzione, anche quando questa dà fastidio. A riguardo auspichiamo che la politica locale difenda tale attività piuttosto che esercitare opera di delegittimazione verso chi compie il proprio dovere, come purtroppo avviene ormai di frequente a tutti i livelli. Nel ribadire la solidarietà a Riccardo Vescovo, dunque, l’Ordine esprime ulteriormente la propria vicinanza a tutti i colleghi che con coraggio portano avanti la propria attività anche in provincia: nessun giornalista, finché esercita la propria professione, deve sentirsi isolato”.

L’attività giornalistica

Vescovo aveva anche portato alla ribalta i retroscena legati all’affidamento della gestione della villa Europa di proprietà del Comune, che per un periodo fu affidata dietro affidamento con bando alla famiglia balestratese Scalici, con il padre Alfonso riconosciuto come uomo organico alla famiglia mafiosa e il figlio Vincenzo, pregiudicato di 46 anni, che ha avuto l’obbligo di dimora in una recente operazione con l’accusa di spaccio di stupefacenti.

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