Potrebbe essere uno dei componenti della banda che in questi mesi ha spaccato le vetrine e rubato dentro i negozi di Palermo. Gli agenti di polizia di stato lo hanno arrestato per evasione, ma è anche stato denunciato per furto.
Il controllo
L’uomo si trova ai domiciliari. Durante un controllo non è stato trovato a casa dagli agenti del commissario Brancaccio. I colleghi del commissariato Centro intervengono in un furto in via Ruggero Settimo. Guardano le immagini e ritengono che a commettere il furto sia proprio l’evaso. L’uomo nel frattempo, forse per crearsi un alibi, si era andato in ospedale al pronto soccorso. Si era presentato al triage, si era fatto registrare ed era andato a casa. In ospedale è rimasto appena due minuti.
Sono in corso indagini per accertare se l’uomo sia coinvolto anche in altri colpi ai danni di esercizi commerciali che in questi ultimi mesi vengono messi a segno nelle ore notturne.
Gli ultimi colpi con vetrine infrante
Appena ieri la banda spacca vetrine ha messo assegno ben quattro colpi. I furti con la demolizione delle vetrine si sono verificati nel pub Ferramenta di piazza Giovanni Meli, una tabaccheria di via Guglielmo il Buono, una gioielleria di via Maria Santissima Mediatrice e una cartolibreria di via Ernesto Basile. Le indagini sono condotte dai carabinieri e della polizia.
“Erano già entrati poco più di un mese fa. Dalle immagini – spiega a Luca D’Arpa, titolare di Ferramenta – sembrano essere dei ragazzini. Hanno provato a forzare una saracinesca ma ci sono riusciti e quindi sono andati verso l’ingresso principale, hanno forzato la porta per poi svuotare la cassa dove non avevamo lasciato granché.
Erano le 4 del mattino, era tutto illuminato. Spiace constatare, come abbiamo visto dalle immagini, che alcun persone sono passate da lì e, intuendo cosa stava accadendo, si sono allontanati. Per fortuna, anche se era già scattato l’allarme, un ragazzo passato in auto ha chiamato il 112”.
Dall’analisi delle immagini sembra che i ladri fossero in comunicazione, via telefono, con qualche “palo” pronto ad avvertirli dell’arrivo delle forze dell’ordine o a indicargli la via di fuga migliore per non incappare in qualche pattuglia.
Un’altra attività colpita nella notte è la tabaccheria Lo Biondo di via Guglielmo il Buono. A raccontare con amarezza l’accaduto è uno dei titolari: “Hanno spaccato prima il vetro blindato dell’ingresso e poi quello che porta nel retrobottega.
Hanno utilizzato una grossa base in cemento, una di quelle che si usano per reggere gli ombrelloni da esterno, che abbiamo trovato all’interno della rivendita”. Una volta entrato in funzione il sistema d’allarme sono intervenute le pattuglie dell’Ufficio prevenzione generale, insieme al personale della Scientifica, per acquisire i video ripresi dalle telecamere ed eseguire i rilievi.
“Dalle immagini – conclude – si vede che sguscia via dal buco che aveva fatto per entrare. Pensavo si fosse ferito e invece non è stato trovato sangue”. Qualche speranza invece potrebbe esserci con le impronte digitali.
Circa un’ora prima i ladri erano entrati anche nella cartolibreria L’eliorapida di via Ernesto Basile, a pochi passi dall’università di viale delle Scienze, utilizzando sempre la stessa tecnica. Ancora da quantificare l’ammontare della refurtiva: il fondo cassa lasciato dal titolare per la giornata di lavoro successiva e merce varia.
L’ultimo obiettivo della scorsa notte è stato la gioielleria Seminara preziosi di via Maria Santissima Mediatrice, non lontano da corso Calatafimi.
“Già sabato scorso – racconta il titolare Matteo Seminara – avevano provato a entrare e avevano spaccato la vetrina. Abbiamo assoldato una guardia giurata per qualche giorno ma la scorsa notte i ladri hanno atteso che andasse via per completare l’opera. Hanno terminato di spaccare il vetro blindato e in un minuto hanno arraffato quello che potevano. Fortunatamente non sono riusciti a toccare la cassaforte perché sono scappati di gran corsa”.
Bottino complessivo di circa mille euro a cui si aggiunge un danno, per la sostituzione del vetro eseguita questa mattina, di circa 2.500 euro. Anche in questo caso il furto è stato ripreso dall’impianto di videosorveglianza e le immagini sono state sequestrate dagli investigatori.
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