“Basta allagamenti a Borgovecchio, non siamo cittadini di Serie B”. Questa era la scritta che capeggiava sullo striscione esposto dai residenti del quartiere dell’ottava circoscrizione, i quali hanno deciso di darsi appuntamento intorno alle 15.00 presso la sede del Comune di Palermo.
Una cinquantina di persone ha stazionato sotto Palazzo delle Aquile, in attesa di un confronto con qualche esponente della Giunta. Incontro che non c’è stato. Infatti, i cittadini sono stati ricevuti da Diego Bellia, capo dell’Ufficio di Gabinetto del Sindaco. Un dibattito rimandato a martedì 14 dicembre, quando l’assessore Maria Prestigiacomo riceverà una delegazione per valutare le possibili soluzioni ad un problema in essere da oltre cinque anni.
Le soluzioni proposte dal Comune
Ed è proprio l’esponente comunale, sceso a parlare con i residenti, a spiegare quelle che sono le opzioni su cui il Comune di Palermo sta ragionando per limitare l’emergenza. Due le soluzioni sul tavolo dell’assessore Prestigiacomo: la prima si basa sulla possibilità di una collaborazione con Amec, l’azienda che si sta occupando dei lavori del collettore fognario. L’idea sarebbe quella di agottare le acque presso le tubazioni poste in essere fra piazza Sturzo e via Roma. Ciò sfruttando la rete messa in campo dall’azienda per potere procede ai lavori su piazza della Pace.
La seconda opzione passa da un’interlocuzione con RFI, in particolare con l’azienda che si sta occupando dei lavori dell’anello ferroviario. In quel caso, il drenaggio delle acque verrebbe diramato su piazza Nascè, attraverso delle tubature sotterranea. Lo stesso Bellia, ha rinviato tutti i chiarimenti sulle tempistiche e sulla logistica all’incontro di martedì, fissato presso la sede del Polo Tecnico di via Ausonia.
Allagamenti a Borgovecchio, parola ai residenti
Una situazione su cui i residenti, dopo mesi di proteste ed incontri, hanno deciso di far sentire la propria voce sotto il palazzo principe della politica comunale. Come spiega Giorgio Martinico, fra i promotori della manifestazione. “Più che stanchi, siamo esasperati da cinque anni di indifferenza da parte della politica cittadina. E da settimane di finte promesse da parte dell’Amministrazione Comunale. Abbiamo denunciato le problematiche che vive una larga fetta del nostro territorio. Da mesi ci siamo mobilitati per chiedere soluzioni. Abbiamo fatto blocchi stradali, riunioni, assemblee. Ma nonostante tutto, nulla si è mosso. Anzi, il quadro peggiora di settimana in settimana”.
Martinico identifica responsabilità ben precise all’origine del problema. “Siamo stanchi di essere trattati da cittadini di Serie B. Crediamo che Borgovecchio merita di avere una manutenzione degna del resto della città. D’altro canto, il danno è stato causato da lavori commissionati dall’Amministrazione, ovvero quelli dell’anello ferroviario. E, a causa di ciò, da noi la situazione è diventata invivibile”.
“Sgomberi? Non vogliamo sentire nemmeno pronunciare quella parola”
“Rischiamo crolli di palazzo – continua Giorgio Martinico -. Abbiamo strade constantemente allagate. Siamo in emergenza sanitaria perchè fra melma, rifiuti, topi e zanzare è difficile stare per strada. Tutto questo è inaccettabile in un paese civile. Per questo chiediamo risposte. Noi vogliamo urlare tutta la nostra rabbia e disperazione. Vogliamo la messa in sicurezza dei palazzi a rischio crollo e che si trovi una soluzione programmatica al problema degli allagamenti del nostro quartiere.”.
Una situazione constatata dai componenti della II Commissione del Comune di Palermo, che hanno effettuato un sopralluogo lunedì 6 dicembre. Fra i presenti anche la consigliera comunale del PD Milena Gentile che, di fronte al quadro di degrado presente sul posto, ha palesato la possibilità di uno sgombero del plesso di piazza della Pace. Opzione che i residenti dello stabile, fra i più colpiti dagli allagamenti a Borgovecchio, non vogliono assolutamente prendere in considerazione.
“Quella dello sgombero è un opzione che, come abbiamo detto alla stessa consigliera, riteniamo assurda e inaccettabile. Assurda perchè le attuali condizioni del palazzo, se si interviene subito, permetterebbero alla famiglie di continuare a vivere nei luoghi dove stanno da decenni. In secondo luogo, chiedere ai 96 famiglie di lasciare tutto e di abbandonare le proprie abitazioni, dopo anni di indifferenza, credo sia una cosa vergognosa solo a pronunciarsi”.
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