Da oggi una famiglia in grave stato di povertà a Palermo si ritrova con un tetto sotto la testa. Una donna con la figlia, che nel 2018 fuoriuscirono dal campo Rom di viale del Fante a Palermo, hanno trovato un alloggio grazie all’intervento del Comune. Un’operazione che si è potuta materializzare per una semplice coincidenza: l’originaria assegnata, profuga di guerra, dopo aver inizialmente accettato di vivere in quella casa alla fine ha restituito le chiavi al Comune. Ed in questo modo si è riusciti a trovare questo nuovo spazio abitativo da affidare ad indigenti.

Il regolamento

E’ stato dato seguito al regolamento comunale degli “Interventi Abitativi”, adottato con deliberazione di consiglio comunale del novembre del 2020.  In questo regolamento si dispongono le competenze, i requisiti e la durata del ricovero d’urgenza. Ma soprattutto prevede che l’amministrazione comunale utilizzi per il ricovero d’urgenza alloggi Erp o equiparati, e anche beni confiscati per finalità abitative. Si è quindi fatto ricorso al servizio “Dignità dell’Abitare” andando ad attingere alle graduatorie che erano state stilate nell’agosto 2020 sulla base delle istanze pervenute.

A chi era stato assegnato l’alloggio

Inizialmente l’alloggio era stato assegnato ad un nucleo familiare composto da due persone, in forte disagio socio-economico che era ospite all’istituto Valdese La Noce. La donna assegnataria aveva visionato l’immobile confiscato da ristrutturare ed ha espresso il desiderio di averlo assegnato per poter iniziare un nuovo percorso di normalità, dopo la sua fuga dal territorio della ex Jugoslavia e dal conflitto bellico che per anni ha imperversato. Poi però l’assegnataria non vi ha potuto abitare in quanto le spese per la ristrutturazione si sono rivelate superiori alle sue possibilità economiche e per questo due giorni fa aveva deciso di restituire le chiavi dell’alloggio.

La nuova assegnazione e il canone

A questo punto con estrema rapidità è stato segnalato quest’altro nucleo familiare, composto sempre da due persone, segnalato dal Servizio sociale in quanto aveva perso l’abitazione nella quale risiedevano. La donna ha visionato l’alloggio e lo ha preso in carico, accettando di abitarci. Dovrà pagare un canone annuo di 624 euro, quindi 52 euro al mese, e gli oneri condominiali secondo quanto determinato dall’amministrazione del condominio.

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