Durante l’ora di pranzo gli studenti della campagna Studenti in lotta – Noi non paghiamo (https://instagram.com/
Le parole degli studenti
L’autoriduzione dei prezzi rientra tra le azioni della campagna che sta prendendo piede tra gli studenti universitari che si oppongono al caro bollette, al caro vita e ai costi degli studi che rendono l’università inaccessibile per molti giovani siciliani.
“Per chi non è assegnatario della borsa di studio un pasto a mensa può costare da 1,60 fino a 5,80 euro. Il che significa una media di circa 20 euro a settimana per accedere a un pasto al giorno, spesso scadente. C’è anche chi da fuori sede ha bisogno della cena e lì tutti i costi si raddoppiano. Uno studente fuori sede con un isee da 20.000 euro annui, deve pagare 3,70 a pasto; quasi 45 euro alla settimana” – spiega Giovanni Castronovo, fuori sede di Palma di Montechiaro e portavoce di Studenti in lotta.
“L’Ersu deve pagare i pasti”
“Oggi paga l’Ersu” scrivono nello striscione e urlano che “con il caro vita non si campa più”. Volantini, striscioni e megafono per bloccare le casse e permettere agli studenti di mangiare gratis durante la protesta.
“L’autoriduzione di oggi serve ad accendere i riflettori sulla condizione degli studenti e delle nostre famiglie; a puntare il dito verso l’Ersu e le istituzioni universitarie, che in un momento di enorme crisi sociale ed economica come quello che stiamo attraversando, tra caro bollette e carovita, non si preoccupano di abbassare le tasse e garantire servizi gratuiti. L’azione di oggi serve a dimostrare che se non ci concedono il diritto ad una vita degna, ce lo prendiamo noi lottando” – conclude Castronovo.
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